“Il decreto del Prefetto di Trapani che preclude la possibilità di lavoro a Maria Concetta Riina, per il nome che porta, è una vergogna della nostra democrazia. E’ una istigazione a delinquere per chi, invece, preferisce dissociarsi dalla famiglia e cerca di vivere onestamente”. Lo ha comunicato il responsabile provinciale del PLI, Francesco Paolo Priulla in merito al licenziamento, da un’azienda marsalese, della nipote di Totò Riina. “Oltre al Tribunale amministrativo, cui i legali della giovane donna e della concessionaria di auto dove lavorava – prosegue – dovrebbe intervenire la politica. Il sindaco di Marsala, sostenuto dall’intero Consiglio comunale, deve insorgere contro uno stato di Polizia che istiga a delinquere, anzichè isolare la mafia, premiando chi non vuole farne parte pur portando un nome criminalmente famoso. Quel decreto di colpevolezza di un innocente, oltre ad essere anticostituzionale, è anche il sintomo di un’impotenza dello Stato e della politica”.
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