Dare addosso ai politici va di moda e forse, anche qualunquisticamente parlando, è pure giusto. Frasi del tipo, “…tanto sono tutti ladri”, oppure “…pensano solo ai fatti loro”, sono ormai entrate nel lessico comune. Da qualche tempo va di moda da parte dei politici assecondare un richiesta che arriva, non so se ci capite, dal basso: “diminuitevi i compensi”. Quegli stessi compensi che sono diventati dei veri e propri stipendi con cui alcuni rappresentanti del popolo arrotondano le loro entrate e altri addirittura ci mantengono le famiglie. Insomma per alcuni Consiglieri comunali sembra che andare in lista e cercare di essere eletti, sia come vincere un concorso pubblico. E’ giusto? Detto così certo che no. Rifugiamo dalla sterile polemica che la politica è un servizio che va fatto gratis. Non ci iscriviamo a questa logica. Da queste note abbiamo sempre sostenuto che la politica non si può fare (solo) sottraendo tempo ai propri interessi familiari. Il tempo va sottratto anche alle proprie attività lavorative. La politica ha dei costi, che non possono e non debbono diventare privilegi. Spesso quest’ultimi sono l’anticamera delle ruberie. Detto questo chi deve andare a lavoro tutti i santi giorni non può occuparsi della cosa pubblica. Vogliamo che la politica diventi appannaggio soltanto dei ricchi? No, certamente. Ma non vogliamo neppure che sia uno stipendificio. Tutto questo può essere lasciato alla buona volontà, come si invoca nella nostra città, di sindaco e consiglieri che autonomamente si dovrebbero diminuire gli emolumenti provenienti dal loro incarico pubblico? Non siamo scemi. Salvo alcune eccezioni, peraltro apprezzabili, nulla accade di significativo in questa direzione. E allora? E allora diminuite i costi della politica, compreso una parte dello “stipendio”, per legge. Un legge regionale in Sicilia, un intervento legislativo nazionale per il Paese. Tutto così semplice? Neppure per sogno. Infatti chi dovrebbe fare la legge? Proprio i beneficiari delle indennità. Allora non se ne farà nulla. Noi continueremo a scrivere, voi continuerete ad inveire e altri continueranno ad intascare.
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