La normalità perduta

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

La normalità perduta

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mercoledì 01 Ottobre 2014 - 10:56

E se venisse commissariato anche il Consiglio comunale? L’interrogativo circola a mo’ di provocazione da qualche giorno, a proposito della necessità di approvare il bilancio entro il 30 settembre, come richiesto dalla Regione. In realtà, dalle informazioni che abbiamo acquisito, superata la data in questione, l’assemblea di Sala delle Lapidi avrebbe altri quindici giorni di tempo per approvarlo. Dovremmo farcela… La cosa che colpisce, però, è che la sfiducia nei confronti della classe dirigente sia arrivata a livelli tali da portare alcuni nostri concittadini a preferire la nomina di un altro commissario rispetto all’attività di un organo comunque rappresentativo della volontà popolare. Proprio in merito all’approvazione del bilancio, è onesto riconoscere che i consiglieri hanno poche colpe. I ritardi nascono a monte e fanno riferimento all’amministrazione precedente e agli uffici comunali. Però i consiglieri avrebbero anche il dovere di vigilare e stimolare i sindaci e le giunte. Non sempre lo hanno fatto (è onesto riconoscere anche questo), preferendo concentrare la propria attenzione su altro.

A questo punto il pensiero va alle prossime elezioni, da cui la città si aspetta tanto. Tutti saranno d’accordo sulla necessità di un progetto che rilanci la città, senza gravare sulle tasche dei cittadini con nuove tasse e preservando i servizi. E’ nel “come”, però, che si annida l’incertezza, con il rischio che la coperta venga tirata da un lato o dall’altro, rimanendo sempre troppo corta. In attesa di trovare la ricetta giusta, dalle colonne di questo giornale ci sentiamo di lanciare un appello: restituiteci la normalità. Restituiteci una città in cui i bilanci di previsione si approvino entro marzo, le strisce pedonali siano ben visibili, i semafori funzionanti, le strade senza buche, le mense e gli scuolabus disponibili fin dal primo giorno di scuola… Ma siate anche capaci, voi che vi candidate ad amministrare la cosa pubblica, di restituirci l’orgoglio e l’entusiasmo di vivere in questa comunità. Siate capaci di guardare al di là del vostro elettorato di riferimento, del vostro ceto sociale, delle vostre conventicole, dei soliti riti, dei soliti nomi e dei soliti cognomi. Consentite ai marsalesi di trovare le ragioni per tornare a scommettere sulla loro città, al di là dell’affezione. E se proprio non riuscite, non venite a lamentarvi del populismo, dell’anti-politica o della fuga dei cervelli. Perchè l’avreste prodotto voi.

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