“E ora chi si candida?” E’ questa la domanda che ci sentiamo ripetere più insistentemente in questi giorni. Negli articoli che abbiamo pubblicato in questi giorni abbiamo indicato i nomi e gli scenari che stanno prendendo quota, consapevoli che nel giro di qualche settimana potrebbe cambiare tutto.
La domanda che vorremmo porre noi ai marsalesi è invece un’altra: cosa serve a questa città? Ognuno avrà idee diverse e la risposta può variare in base alla sensibilità di ognuno. C’è chi punterebbe sull’agricoltura, chi sul turismo, o sulla cultura. Chi ancora sulle infrastrutture o sul sociale. Sul centro storico o sulle periferie. In realtà serve tutto. Perché la città è un mosaico di sogni e bisogni che si tengono assieme. Ogni tessera mancante è una ferita che toglie bellezza al quadro complessivo. Sappiamo bene che viviamo tempi di austerity e che amministrare diventa sempre più difficile. Ma questa consapevolezza non può trasformarsi in un alibi per una grigia gestione dell’ordinario.
I periodi di crisi, se attraversati con intelligenza, possono anche essere utili per tagliare i rami secchi e far venire fuori la parte migliore di una comunità. Per riuscirci occorre un sindaco capace di restituire entusiasmo e fiducia a una città che spesso sembra rassegnata al suo tran tran. Serve un sindaco capace di osare, a partire da un progetto amministrativo moderno e da una squadra di assessori davvero competenti. Servono liste in cui non ci sia spazio solo per i soliti noti, ma anche e soprattutto per chi può portare in Consiglio comunale nuove idee, nuovi ragionamenti. Serve la capacità di immaginare una città diversa, mettendo da parte la nostalgia per la stagione dell’amministrazione Lombardo, di cui un po’ tutti continuano a sentirsi vedovi. Quell’esperienza rappresenta infatti una parentesi felice per Marsala, ma per tante ragioni non è ripetibile. E sarebbe patetico se nella prossima campagna elettorale qualcuno si presentasse, com’è successo fino a due anni fa, come l’erede di Salvatore Lombardo. Sarebbe più utile, se proprio cerchiamo qualche modello di riferimento, andare a vedere cosa succede oggi in altre città italiane, per caratteristiche simili a Marsala. Lo fanno i privati per le loro aziende. Perché non potrebbe farlo anche un candidato sindaco?