Carabinieri arrestano una cancelliera del Tribunale di Marsala per concussione e induzione indebita

Claudia Marchetti

Carabinieri arrestano una cancelliera del Tribunale di Marsala per concussione e induzione indebita

Condividi su:

sabato 10 Maggio 2014 - 14:04

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala, nella serata odierna, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Marsala, Dott.ssa Annalisa Amato, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di B.A.M., cancelliere presso il Tribunale Civile di Marsala. I reati contestati all’esito delle indagini dei militari dell’Arma, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Marsala Dott. Alberto Girolamo Di Pisa coadiuvato dal sostituto procuratore Dott.ssa Antonella Trainito, e dei quali il G.I.P. ha ritenuto sussistere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagata sono quelli di concussione (art. 317 C.P.) e di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater C.P.) nei confronti di due utenti della cancelleria. Nel primo caso il cancelliere, abusando della qualità e dei poteri connessi alla propria funzione di pubblico ufficiale, dopo essere stata incaricata dal Giudice Tutelare di redigere l’inventario dei beni ereditari di due fratelli, di cui uno minore, aveva costretto l’erede maggiorenne – tutore del fratello minore – a consegnarle in via ufficiosa ed abusiva una somma di danaro ed, al contempo, a sottoscrivere un atto nel quale l’istante attestava di non avere corrisposto alcuna somma di denaro per la redazione del predetto inventario. Le indagini hanno acclarato come l’indagata, in un primo momento, aveva trattenuto presso la cancelleria il fascicolo contenente l’istanza con la quale la parte offesa chiedeva di essere nominata tutore del di lei fratello minore, per oltre 5 mesi, senza trasmetterlo al Giudice tutelare; successivamente, una volta incaricata della redazione dell’inventario dei beni ereditari in quel procedimento, aveva preteso ed ottenuto dalla denunciante il pagamento di una somma di danaro con la minaccia che, in caso contrario, non avrebbe redatto l’inventario e rappresentando alla donna che, trattandosi di un compito particolarmente complesso, la sua rinuncia a quell’incarico avrebbe provocato per lei un ulteriore indeterminato ritardo, irrimediabilmente pregiudizievole dei diritti suoi e del suo pupillo. In un’altra occasione, invece, abusando ancora della sua funzione di preposto alla redazione degli inventari presso la Cancelleria del Tribunale di Marsala, aveva tentato di indurre un avvocato, che assisteva una vedova, madre di due minori, nel procedimento di accettazione dell’eredità del proprio defunto marito, a corrisponderle, in via ufficiosa ed abusiva, una somma in denaro contante, affinché esso funzionario redigesse l’inventario di quell’asse ereditario, non riuscendo nell’intento per la mancata adesione del professionista.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta