Gaspare Giacalone ha vinto. Un esito che fino a qualche settimana fa sembrava scontato, soprattutto agli osservatori esterni, che hanno colto nell’azione amministrativa portata avanti in questi anni a Petrosino importanti elementi di innovazione e cambiamento.
In una fase obiettivamente difficile per chi si trova al governo delle città nelle regioni del Sud Italia – tra crisi economica, tagli ai trasferimenti ed esodo giovanile – Gaspare Giacalone ha saputo prestare grande attenzione alla cura dell’ordinaria amministrazione e dei servizi: dalle strade all’illuminazione pubblica, dal sociale all’edilizia scolastica. Soprattutto, come abbiamo scritto anche in altre circostanze, Giacalone ha mostrato innegabili capacità di programmazione, presentando un modello di amministrazione in cui ben poco veniva lasciato al caso, anche in vista degli eventi di punta calendarizzati con continuità di anno in anno (dal Carnevale alle iniziative estive). Lo stesso sindaco si è reso inoltre protagonista di un’incisiva azione di comunicazione e marketing territoriale che ha fatto guadagnare visibilità e reputazione alla città di Petrosino. Ha saputo parlare un linguaggio moderno che è stato particolarmente apprezzato dai giovani e dalle fasce della popolazione più sensibili a certe tematiche (legalità, innovazione, sostenibilità). Contestualmente, si è rivelato un politico accorto e pratico, capace di andare al di là del suo bacino originario di voti (storicamente legati alla sinistra) e di raccogliere consensi nell’area moderata (dall’Udc di Turano agli amici di Nello Musumeci) e tra i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle.
E’ vero che in questi cinque anni c’è stata anche una certa conflittualità, che ha visto Giacalone andare allo scontro con una buona parte della classe dirigente precedente, ma anche con uomini e donne che nel 2012 erano con lui. E proprio l’unione intorno a Vincenzo D’Alberti degli uni e degli altri nelle ultime settimane aveva fatto percepire, soprattutto a Petrosino, la possibilità di un testa a testa tra i due principali candidati. In realtà, le prime sezioni scrutinate domenica sera hanno sgombrato ogni dubbio, lasciando spazio a una certezza: i petrosileni hanno apprezzato l’operato di Giacalone, la sua tenacia, il coraggio di “metterci la faccia” e di prendere di petto anche le situazioni più spinose, anche a costo di perdere amicizie, raccogliere minacce e lettere minatorie.
Un risultato di questo genere, naturalmente, comporta anche una grande responsabilità: quello di rispondere alle aspettative dei cittadini cercando di fare ancora meglio rispetto ai cinque anni appena trascorsi. In campagna elettorale Gaspare Giacalone ha promesso di far proseguire il cambiamento con l’approvazione del Piano regolatore, il completamento del lavoro fatto sui servizi e nuove opere pubbliche che dovrebbero ridisegnare il volto di alcune aree della città e del litorale. Un programma ambizioso, che adesso sarà chiamato a rispettare.
Ma Gaspare Giacalone avrà anche il dovere di fare quello in cui tanti altri sindaci del territorio (anche tra i più brillanti) hanno fallito in passato: far crescere accanto a sé un nuovo leader capace di dare continuità alla propria azione amministrativa. Dovesse riuscirci, sarebbe la sua vittoria più bella.