I sindaci siciliani celebrano il 2 giugno e tornano a chiedere più risorse

redazione

I sindaci siciliani celebrano il 2 giugno e tornano a chiedere più risorse

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mercoledì 02 Giugno 2021 - 11:38

Nel giorno della Festa della Repubblica i sindaci siciliani con la fascia tricolore partecipano alle cerimonie per ricordare una data – il 2 giugno 1946 – che ha cambiato la storia del nostro Paese a ha creato le condizioni per l’approvazione della Carta costituzionale. È proprio alla Costituzione repubblicana e al doveroso rispetto della volontà dell’Assemblea costituente che i Comuni siciliani ricordano – attraverso l’Anci – che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

“In questo giorno così solenne e in un tempo di tante difficoltà i sindaci dell’isola tornano a chiedere rispetto alla dignità istituzionale dei Comuni attraverso procedure e risorse adeguate a servizio dei cittadini. Cittadini, tutti italiani senza distinzione tra le diverse aree del Paese e senza mortificazione dei territori e dei cittadini più fragili.”

“Per dare seguito alla mobilitazione in atto indetta dal Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia giorno 10 giugno – preannuncia il presidente Leoluca Orlando – si terrà un’Assemblea straordinaria dei comuni”.

“Il quadro normativo, allo stato attuale, rende quasi impossibile la redazione dei bilanci – evidenzia Daniele Vella, componente della segreteria regionale del Pd -. È incomprensibile come l’Europa aiuti gli Stati, sospendendo le regole del patto di stabilità, mentre lo Stato non aiuta i Comuni lasciando, per esempio, immutate le regole sul fondo crediti dubbia esigibilità o introducendo addirittura altri fondi di accantonamento come quello debiti commerciali. Lo Stato blocca nei bilanci dei Comuni milioni di euro che potrebbero essere usati per dare servizi alle persone. Per non parlare dei Comuni che hanno aderito nel 2013 al fondo per pagare debiti commerciali e che alla luce di una sentenza incomprensibile della Corte Costituzionale devono restituire al massimo in tre anni piuttosto che in trenta. Però agli enti locali viene chiesto di erogare servizi delicatissimi come gli asili nido o i servizi ai disabili o alle categorie più fragili. E gli amministratori locali sono coloro che, dopo il personale sanitario, ha visto più da vicino questa pandemia sbracciandosi per aiutare i propri cittadini.
Allo Stato e alla Regione si chiede pertanto un immediato intervento legislativo in favore dei Comuni”.

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