Restando a casa: Elio Piazza scrive sull’arrivo del Tribunale a Marsala

redazione

Restando a casa: Elio Piazza scrive sull’arrivo del Tribunale a Marsala

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sabato 14 Marzo 2020 - 13:48

L’ARRIVO DEL TRIBUNALE A MARSALA – GENNAIO 1968

“Restando a casa” trovo il tempo per raccontare ai concittadini più giovani uno degli eventi più rilevanti della storia della nostra città.

E’ bene che si sappia che fin dal 1861, dopo l’impresa garibaldina che accrebbe la notorietà di Marsala già nota nel mondo per i suoi vini valorizzati dagli industriali inglesi, tra le rivendicazioni per l’apporto dato all’Unità d’Italia, venne avanzata la richiesta di istituzione del Tribunale. Richiesta per oltre un secolo sollecitata più volte ma di fatto non accolta.

Quando però gli avvocati di Marsala, con un paziente lavoro di ricerca riuscirono a documentare in maniera inoppugnabile che la mole degli affari civili e penali del circondario di Marsala sovrastava in quantità considerevole quella del circondario di Trapani, partì la candidatura di Marsala a sede di un secondo Tribunale da istituire nella nostra provincia.

Cosa c’entra la Scuola con la Giustizia ?

Dal 1962, per vincita di concorso, io mi trovavo a dirigere la scuola elementare “Giuseppe Lombardo Radice” nell’edificio sorto dopo la seconda guerra mondiale nell’isolato delimitato dalle vie D’Azeglio, Cattaneo, Struppa e De Gasperi. Vi funzionavano nei due turni di lezione ben quaranta classi elementari e, al secondo piano, l’Istituto Magistrale “Pascasino”.

15 GENNAIO 1968 – ARRIVA IL TERREMOTO

L’edificio scolastico rimane chiuso in attesa che gli organi tecnici del Comune ne accertino le condizioni di sicurezza statica e quindi l’agibilità per la ripresa delle lezioni. Ma l’emergenza provocata dal sisma fa destinare quell’edificio, dichiarato agibile, ad accogliere i numerosi terremotati provenienti da Gibellina, Montevago, Partanna, Santa Ninfa ed altre zone di quella valle. Il portone si apre per ricevere l’arrivo di mille posti-letto costituiti da brande, guanciali e pagliericci militari. Dalle aule vengono estromessi, banchi, lavagne e cattedre per montare i letti a castello propri delle camerate militari.

Ma quell’edificio non ospita alcun terremotato.

ARRIVA IL TRIBUNALE

Dopo qualche settimana dal sisma, arriva il decreto istitutivo del Tribunale nella nostra Città. La mestizia per l’evento luttuoso si trasforma in giubilo per la secolare aspirazione civica finalmente soddisfatta !

S’impone con urgenza l’approntamento di una sede provvisorie nella quale installare gli uffici giudiziari, le aule per le udienze, gli archivi e quant’altro necessita per il funzionamento del nuovo Tribunale.

Allora il portone dell’edificio si riapre per fare uscire brande e pagliericci, banchi, lavagne e suppellettile scolastica e far entrare mobili ed installare servizi per esigenze della Giustizia,

Io, per difesa d’ufficio, allora contestai la scelta di quell’edificio come sede provvisoria del Tribunale invocando il vincolo ad “esclusivo e perpetuo uso scolastico” degli edifici costruiti con mutui della Cassa Depositi e Prestiti.

Però, mi pervenne subito la comunicazione dell’Avvocato Giulio Signorello, uno dei promotori dell’istituzione del Tribunale, che precisava che l’edificio in questione era stato costruito non con mutuo della Cassa Depositi e Prestiti bensì con l’indennizzo per i danni di guerra. Mi assicurava, inoltre, che le classi elementari avrebbero funzionato in locali di fortuna appositamente presi in locazione dal Comune.

Il mio ufficio di direzione rimase ancora per poco al piano terra, fin quando l’aria divenne irrespirabile per i lavori di impianto delle linee elettriche prontamente eseguite dal bravo tecnico Panicola, da poco assunto dal Comune.

Fu così che venni autorizzato dal provveditore a trasferire l’ufficio nella dismessa sede della Ford di fronte l’Istituto Agrario con alcune classi; altre funzionarono presso lo stabilimento Curatolo, in via del Fante, in via Cattaneo, in via XIX Luglio, in Via Garraffa, in locali assolutamente privi dei requisiti prescritti dalle norme sull’edilizia scolastica.

Dopo due anni, ebbi modo di trasferirmi al 1° Circolo, in via Rubino, a due passi da casa, portando con me il ricordo della felice esperienza realizzata nei sei anni trascorsi alla “Lombardo Radice” e con l’amarezza di averne sofferto la disintegrazione “per effetti di giustizia”

Emblematica la comparsa della scritta sulla parete di una casupola allora esistente accanto all’edificio:

POSTEGIO, con una sola “G”; l’altra seguiva le orme della scuola polverizzata.

Marsala, 13 marzo 2020

Elio Piazza

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