Seduta consiliare “calda” ad Alcamo. Scurto lascia, polemiche tra maggioranza e opposizioni

redazione

Seduta consiliare “calda” ad Alcamo. Scurto lascia, polemiche tra maggioranza e opposizioni

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giovedì 02 Agosto 2018 - 16:54

Le dichiarazioni del membro della giunta Surdi, con delega al bilancio, sono arrivate durante i lavori in Aula Falcone-Borsellino, rimandati di un’ora in occasione della prima convocazione a causa della mancanza del numero legale. L’assenza in blocco dei consiglieri comunali d’opposizione ha fatto insorgere alcuni esponenti della maggioranza pentastellata.

Nel corso della seduta consiliare svoltasi ieri, nel tardo pomeriggio, l’assessore al bilancio Roberto Scurto ha annunciato, a sorpresa, le sue dimissioni “Questo è il mio ultimo Consiglio comunale da assessore. Ci tenevo a dirvelo nelle forme istituzionali corrette, insomma. È una decisione già meditata da tempo, per la quale avevo avvisato chiaramente sia il sindaco che i colleghi assessori. Mi sembrava giusto anche dirlo a tutto il Consiglio comunale perché è corretto per il bel rapporto che abbiamo avuto in questi due anni”. L’intervento dell’esponente del governo di città è stato seguito da quello del sindaco Domenico Surdi, il quale ha così commentato la comunicazione del membro della sua giunta: “Mi unisco al presidente e, a nome di tutti, faccio anch’io il mio ringraziamento personale a Roberto che ha condiviso con noi due anni di mandato. A volte anche momenti difficili che abbiamo dovuto affrontare insieme. Però, è chiaro che questa è una scelta maturata che ha, ovviamente, motivi importanti, personali, per cui auguro all’assessore Scurto tutto il bene”.

Roberto Scurto è, quindi, il terzo componente della squadra degli assessori, dopo Nadia Saverino e Roberto Russo, ad avere rassegnato le proprie dimissioni a più di due anni dall’insediamento dei 5 Stelle al Palazzo di città. L’annuncio è arrivato durante i lavori dell’Aula Falcone-Borsellino, rimandati di un’ora in occasione della prima convocazione a causa della mancanza del numero legale. L’assenza in blocco dei consiglieri comunali d’opposizione ha fatto insorgere alcuni esponenti della maggioranza pentastellata e dai cui banchi sono volate parole pesanti.

Dopo la ripresa della seduta consiliare, approfittando dello spazio dedicato alle comunicazioni, sono arrivate anche le scuse alla minoranza della consigliera comunale grillina, Alessandra Cuscinà.  Lo screzio, però, non è stato subito superato e la polemica è rimbalzata in Aula Consiglio, coinvolgendo quasi tutte le forze politiche presenti. Infatti, il mea culpa dell’animalista pentastellata, è stato seguito dall’intervento del consigliere comunale Francesco Dara di Noi per Alcamo, il quale ha affermato: “Io accetto e apprezzo l’intervento della collega Cuscinà, però, era intenzione mia o quantomeno di questa minoranza, con un comportamento politico relativo, ma anche strategico, dimostrare che anche la minoranza ha un significato nell’azione politica dentro quest’Aula consiliare”. Dopo, rivolgendosi al presidente del Consiglio comunale, Baldo Mancuso, ed esprimendo il proprio apprezzamento nei suoi confronti, ha aggiunto: “L’etica politica, che a mio avviso viene molto trascurata in questa consiliatura, è un segno di rispetto fra colleghi, un segno di rispetto nei confronti della minoranza, un segno di rispetto nei confronti di tutta la cittadinanza”. Dall’ala della maggioranza si è alzata la voce della capogruppo del Movimento 5 Stelle, Noemi Scibilia, la quale ha dichiarato: “ Questa maggioranza, in questi due anni, ha sempre dato dimostrazione dell’importanza della minoranza ed è stata sempre aperta ad accogliere i consigli della stessa. Riteniamo, tuttavia, che fare politica in questo modo e, quindi, facendo cadere il numero legale e non dando importanza all’organo consiliare per quanto riguarda il rispetto, ma non per la maggioranza, rispetto per il Consiglio stesso, per il ruolo che stiamo rivestendo, è una mancanza di rispetto per tutto l’organo. E, soprattutto, dare segnali politici si fa in altro modo: si fa nel merito dei temi importanti e si dà un segnale in questo modo, non facendo cadere il numero legale del Consiglio comunale”. Il capogruppo dell’UDC, Saverio Messana, invece, ha così ribattuto alle parole della collega: “Io ero presente quando è successo questo problemino con la collega. Io accetto le sue scuse, anche se, poi, in parte ha detto altre cose che io non condivido. Io vi dico allora che succede nelle aule regionali dove voi siete all’opposizione. Ma lo capite quello che succede, che so, a Palermo, all’Assemblea Regionale Siciliana, quando si vota la finanziaria? No l’atto del debito fuori bilancio. La finanziaria. Uscire dall’Aula per fare mancare il numero legale. E nessuno dei deputati dice parolacce agli altri, che sia chiaro. Perciò, ognuno fa la sua strategia politica. Può essere che noi sbagliamo, però, le parolacce assolutamente no. Le scuse vanno accettate, ma attenzione: voi non siete esempio assolutamente di quello che succede nelle altre aule dove non siete in maggioranza. Ricordatevelo”. Poi, il consigliere comunale del Partito Democratico, Filippo Cracchiolo, principale destinatario delle parole indigeste lanciategli durante la sospensione dei lavori, ha in tal modo espresso la sua posizione in merito alla polemica scatenatasi in Aula Consiglio, “Accetto le scuse della maggioranza, ammesso che di scuse si possa parlare. Il gesto dell’opposizione vuole dire solo una cosa. Mi ripetono, dai banchi della maggioranza, scuse personali non dalla maggioranza, anche se il gesto proveniva da più colleghi della maggioranza. Quindi, scuse personali. Le scuse non provengono ancora, evidentemente, da chi le ha espresse (riferendosi al pentastellato Filippo Salato n.d.r.). Ne prendiamo atto presidente”, ed ha continuato: “L’agenda dell’opposizione non la detta la maggioranza,  la detta la minoranza, punto primo. Punto secondo, le azioni politiche di questa opposizione è l’opposizione che le decide. Punto terzo, presidente, questa opposizione esige e merita rispetto. Più volte abbiamo dimostrato collaborazione, più volte abbiamo fatto da pungolo a questa maggioranza rispetto agli aspetti deficitari, e definirli deficitari è assolutamente riduttivo. Un eufemismo, mi suggerisce l’assessore rispetto a cosa succede in città”. Successivamente, l’esponente del PD ha aggiunto: “Poi, ricordo a quest’Aula che non più di un anno addietro, dai banchi della maggioranza, sono state pronunciate parole dal senso ben preciso: «Noi siamo la maggioranza, abbiamo i numeri e possiamo fare quello che vogliamo (citando la collega grillina Laura Barone n.d.r.)». Bene questa sera l’avete dimostrato. Noi, consiglieri di opposizione, siamo rientrati in quest’Aula perché ci sono degli atti importanti che hanno un costo per la città, se non dovessero essere votati da quest’Aula consiliare, e dimostriamo sempre il senso di responsabilità. Ma da parte della maggioranza, ancora una volta, si dimostra infantilismo, se così si può dire”.

I due colleghi della maggioranza tirati in ballo hanno replicato alle esternazioni del consigliere comunale Cracchiolo. “Mi dispiace che per giustificare alcune azioni – ha affermato l’esponente dei 5 stelle Laura Barone – ci si ripara verso altro. Io già una volta, in Consiglio comunale, ho detto che quello che era successo ritenevo potesse essere un argomento concluso. Ricordo che da parte della minoranza per quell’evento, in qualche modo, era stata messa una pietra sopra. Se, poi, questa pietra sopra, insomma, a propria convenienza, deve spostarsi per voler fare continua critica, mi dispiace. Comunque, non è più un mio problema”.

Il contributo della consigliera grillina è stato seguito da quello del collega di movimento, Filippo Salato, il quale ha dichiarato: “Non volevo intervenire, ma sono costretto visto che ho sentito un collega fare riferimento ad episodi. E, probabilmente, si riferisce ai miei, dato che si è sentito offeso a seguito di un mio giudizio sull’azione politica che abbiamo visto nella prima convocazione di questa seduta” ed ha aggiunto: “Ci tenevo a precisare che non sento di dovere delle scuse a nessuno perché dal momento che l’azione della minoranza, l’agenda della minoranza, la detta la minoranza, le idee politiche della maggioranza le detta la maggioranza e, nella specie, il singolo consigliere. Io non ho espresso nessun giudizio su nessuna persona, ma solo su un’azione che ho condannato senza termini e che ricondanno adesso. L’azione di poco fa non è un’azione politica, è un’azione provocatoria che va nel senso di non rispettare l’intero organo consiliare, come qualcuno ha detto prima di me, e, nella specie, chi ha fatto i salti mortali per venire qui. Non mi voglio dilungare per rispettare chi voleva seguire questo Consiglio o dalla tribunetta o da casa e si era sintonizzato alle sei e mezza e alle otto meno cinque si trova ancora costretto a sentire fuffa”.

Durante il Consiglio comunale sono state trattate cinque delle sei interrogazioni presentate dalla minoranza. Non è stata esposta l’interrogazione del consigliere comunale del PD, Giacomo Sucameli, decaduta a causa della sua assenza in Aula Falcone-Borsellino. Sono state, invece, discusse tutte quelle presentate dall’esponente di ABC-Alcamo Cambierà, Gino Pitò che avevano ad oggetto: il Piano di Protezione Civile; il Piano di utilizzo del Demanio Marittimo; il ritardo del Rendiconto 2017; la pulizia della spiaggia di Alcamo Marina e il Piano Regolatore Generale. Il consesso civico alcamese ha anche approvato tre debiti fuori bilancio. Proprio nel corso della discussione sulla delibera riguardante il primo debito, scaturito da una sentenza della commissione tributaria di Trapani, riportante diversi errori materiali e non, tali da portare il comune di Alcamo a fare ricorso in appello, è intervenuto il segretario comunale Vito Bonanno annunciando quella che ha definito una brutta notizia. Dopo, infatti, l’adozione delle misure correttive, è stato attivato il monitoraggio del primo semestre concernente i debiti fuori bilancio. Dall’analisi è venuto fuori che solo un debito sui 14 in arrivo in Aula Consiglio è stato pagato entro i 120 giorni previsti dalla normativa. Dunque, 13 su 14 sono pagati in ritardo e 10 su 14 in un termine vicino al doppio del tempo dettato dalla legge. Il segretario comunale ha parlato di “rilassamento” da parte degli uffici, ma per evitare una situazione di “scarica barile” tra le varie componenti degli uffici, ha adottato un sistema che, tramite un file excel, individuerà nell’ambito del monitoraggio il responsabile del ritardo. Il debito fuori bilancio citato è stato approvato all’unanimità. Diversa la votazione degli altri due debiti votati in entrambi i casi favorevolmente da 13 consiglieri comunali (M5S e ABC-Alcamo Cambierà), mentre, nel primo caso, sei si sono astenuti: Dara, Allegro, Messana, Calandrino, Cracchiolo, Norfo. Nel secondo caso i consiglieri comunali che hanno votato l’astensione sono stati: Dara, Allegro, Messana, Calandrino, Cracchiolo. L’immediata esecutività dell’ultimo debito fuori bilancio è stato votato da 17 rappresentanti politici dell’Aula consiliare. Si è astenuto solo Filippo Cracchiolo (PD).

Linda Ferrara

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