Giusi Piccione: “A Marsala serve maggiore chiarezza. Alcuni assessori non si capisce cosa fanno”

Vincenzo Figlioli

Giusi Piccione: “A Marsala serve maggiore chiarezza. Alcuni assessori non si capisce cosa fanno”

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giovedì 06 Luglio 2017 - 06:45

Piano Triennale delle Opere Pubbliche e Bilancio di previsione: i due atti più importanti della vita amministrativa di un Comune continuano a tenere banco nel mondo politico marsalese. Se anche nella maggioranza in questi giorni si è registrato qualche mugugno da parte dei consiglieri per il mancato coinvolgimento dei gruppi da parte della giunta, le opposizioni si preparano ad affrontare il dibattito in aula, dovendosi districare tra la tentazione di approfittare delle difficoltà della coalizione del sindaco Di Girolamo e la voglia di dare un contributo costruttivo al dibattito in corso.

Giusi Piccione, come vi state preparando alla trattazione del Piano Triennale e del Bilancio?

Martedì abbiamo ascoltato il segretario generare Triolo, a cui abbiamo manifestato le nostre perplessità. Spesso si dice che il Piano Triennale è il “libro dei sogni”, con provvedimenti che non vengono realizzati come il Consiglio comunale aveva deliberato. Di fronte a questa situazione che si fa? Si ripropongono le cose non fatte? E’ in questi passaggi che si inceppa la macchina amministrativa. Siamo di fronte a una serie di cose che aprono tante maglie su come ha lavorato l’amministrazione. Serve maggiore precisione tra ciò che viene programmato e ciò che si fa effettivamente. Invece percepiamo confusione e tutto ciò ci porta a farci delle domande.

A fronte di tali domande, riuscite ad arrivare anche alle risposte?

Il segretario Triolo ci ha detto che gli emendamenti non dovrebbero essere fatti in aula su cose particolarmente importanti o seguendo la logica dell’ultimo minuto, perchè poi sembra che su tutto prevalga la voglia di mettere i bastoni tra le ruote all’amministrazione. Per quanto riguarda il bilancio di previsione, non è ancora giunto in Commissione. Attualmente è al vaglio dei revisori. Per quanto mi riguarda, vedrei bene il recupero degli impianti sportivi: non solo il Palasport, ma anche le palestre delle scuole che risultano inaccessibili. Convergere le somme presso una di queste strutture potrebbe essere la scelta giusta.

Che idea si è fatta sulla fase che sta attraversando l’amministrazione?

In aula noto molto silenzio, che appare significativo di qualcosa. Alle interrogazioni non arrivano risposte o, se arrivano, non sono esaustive. Non si dialoga bene, si creano resistenze. La maggioranza è frastagliata tra diversi atti trasversali con alleanze variabili. La confusione si è sempre vista, fin dall’inizio. Penso che serva uno spirito diverso e mi chiedo: ma il sindaco è un accentratore o sono gli assessori a non sapersi fare spazio? Mi sono adesso più chiare le motivazioni che hanno portato alle dimissioni dell’ex assessore Barraco. Alcuni assessori non si capisce cosa portano avanti e se parlano a nome dell’amministrazione. Alla luce di tutto ciò, appare evidente l’esigenza di avere maggiore chiarezza.

Se si dovesse far strada l’idea di una revisione della maggioranza con le cosiddette “larghe intese”?

Sul fare si può sempre collaborare, ma nel rispetto dei ruoli della politica. Il dialogo tra le parti deve avvenire sulla base di interrogazioni e atti di indirizzo a cui l’amministrazione deve rispondere, per poi presentare un programma. A queste condizioni un’intesa sul fare ci potrebbe essere, ma occorre che l’amministrazione accolga le proposte del Consiglio. Altrimenti siamo tutti inconcludenti.

Si sono accumulati nel tempo tanti atti di indirizzo, odg e mozioni non trattate in Consiglio. Non è che il problema sta nel funzionamento dei lavori d’aula?

Quest’aspetto riguarda il Presidente, che è una persona capace, ma non è riuscito a portare avanti la discussione su questi argomenti. Io ho proposto un odg riguardante una valutazione qualitativa dei debiti fuori bilancio per capire quanto incidono. Mi chiedo: quando verrà discussa in aula? Andando avanti così, verrà meno la democrazia, oltre che il dialogo.

Lei recentemente ha proposto un gemellaggio tra Marsala e Barolo: com’è finita?

I gemellaggi nascono sulla base delle amicizie tra territori che a loro volta si basano sugli incontri che avvengono tra persone diverse. Lo scorso anno sono stata a La Morra e ho conosciuto il presidente della Cantina comunale. Ho pensato di attivarmi, coinvolgendo l’assessore al ramo, il sindaco e i produttori marsalesi. Mi piaceva l’idea di poter creare un’occasione per parlare del vino Marsala in maniera ufficiale. Da una parte ho trovato volontà di fare da parte dell’amministrazione. Dall’altro mi sono scontrata con il ricordo delle difficoltà che ci sono state in precedenza di fronte ad ogni tentativo volto a fare squadra intorno al vino: il Consorzio è morto, l’associazione Strade del Vino non si capisce bene come venga gestita e non abbiamo un evento sul vino da ripetere annualmente. Alla fine, mi sento di dire che il mio entusiasmo non è stato sostenuto. Sono comunque andata a La Morra assieme all’enologo Giacomo Manzo: si è parlato di Barolo e Marsala, vini diversi ma con storie e brand parimenti importanti. Loro hanno una capacità di fare squadra che a noi manca: la Cantina comunale ospita tutte le etichette del Barolo. Mi è sembrata una bella cosa e penso che avrebbe senso attuarla a Marsala. Da parte nostra, abbiamo presentato il Marsala: situazioni di questo tipo rappresentano la parte bella della politica. Io come consigliere posso fare proposte, ma non posso occuparmi del coordinamento, non faccio l’assessore.

Arrivati quasi metà mandato, c’è chi parla della possibilità di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Che ne pensa?

Prima di distruggere un matrimonio bisogna valutare se sono state valutate e messe in atto tutte le proposte. Nonostante le difficoltà di comunicazione, quest’amministrazione sta facendo alcune cose. E’ grave però che non ci sia un assessore a sport, turismo e spettacolo: non si sa con chi interfacciarsi. E questo blocca anche la Commissione. La Commissione urbanistica non viene convocata da tempo. Se ci ritroviamo con due Commissioni completamente ferme, è evidente che gli atti deliberativi vengono a mancare. Poi magari veniamo a sapere di iniziative che vengono fuori dal nulla, senza alcun dialogo: mi chiedo se siano tutte promosse da privati… Gli assessori dovrebbero far emergere le loro idee progettuali e ci vorrebbe più disponibilità a lavorare assieme: il sindaco esprime spesso quest’auspicio, ma non ci si riesce. E questo lede il bene della città. Per quanto riguarda la possibilità di una mozione di sfiducia, ci sto riflettendo.

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