A Samantha Cristoforetti…

Claudia Marchetti

A Samantha Cristoforetti…

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lunedì 22 Giugno 2015 - 17:36

Mi rivolgo a te, Samantha Cristoforetti, che per sette mesi sei rimasta nello spazio a girare nell’universo per amore della scienza, ma forse anche per cercare di capire cosa regge l’equilibrio di quest’immenso creato nel quale viviamo. Quali sensazioni profonde e misteriose devi aver provato nel vedere da lassù questa nostra terra ridotta a un puntino e ti sarai chiesta come fa l’uomo, un essere invisibile ad occhio nudo, ad essere così grande per tutto ciò che ti ha permesso di fare e contemporaneamente così piccolo di fronte ad un universo di cui non è l’artefice di nulla. Che valore hanno da lassù sentimenti ed emozioni che regolano la vita degli uomini, che ne fanno compiere tragedie o atti d’eroismo tali da far considerare l’uomo la meraviglia del creato. Quante cose hai dovuto ridimensionare, Samantha, oppure forse da lassù avranno assunto un significato diverso da quello che attribuivi loro sulla terra? Cos’hai pensato di Dio? Lo hai sentito vicino, sei convinta che non può essere stato che Lui a creare le meraviglie che hai visto, o la tua mente ha spaziato nelle risposte che la scienza dà a proposito della creazione dell’universo? Ti abbiamo visto scendere dalla navicella in braccio ai tuoi soccorritori, col viso rotondo e negli occhi una luce che da sola parlava, che forse aveva già le sue risposte che tu sola conosci. Come avrei voluto essere al tuo posto in quel momento per capire quali profondi cambiamenti ha provocato in te un’esperienza così unica e sconvolgente e capire se ora i tuoi valori sono cambiati, se la scala delle tue priorità ha subito mutamenti, se ti senti una donna nuova, se riesci ancora a concepire nello stesso modo il tuo posto in questo pianeta terra che da lassù ti sarà sembrato non più grande di un granello di sabbia. Le cose per cui quaggiù hai sempre provato gioia o tristezza, rimpianto, nostalgia, paura, amore, quale posto occupano nel tuo cuore, ora, dopo essere state diluite in uno spazio infinitamente grande, dove forse si perde la cognizione di quelle realtà che avevano regolato la tua vita prima di questa esperienza? Quei pochi fortunati a cui come te è capitato di vivere anche al di fuori della terra, non possono non rimanere segnati nello spirito più che nel corpo, perché questa non è solo un’esperienza scientifica, ma lo è maggiormente come essere umano a cui è dato dimostrare cosa esiste al di fuori di questo piccolo pianeta che ha la presunzione di essere al centro dell’universo.

Sebastiana Piccione

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