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Sicilia: diminuiscono le norme impugnate dallo Stato. Salvi i fondi per Birgi, niente finanziamento alla Valle del Belice

Da Roma, fronte governo nazionale ci sono buone notizie: non sono state più impugnate 40 norme del Collegato regionale siciliano, ma soltanto sette. Un clima di collaborazione reciproca con i tecnici del governo nazionale, ha tenuto a sottolineare il presidente della Regione, Renato Schifani, come aveva fatto sapere nei giorni scorsi. Nello specifico non è più prevista la modifica per la norma “Salva ospedali di periferia”, che prevede l’incentivo di 18 mila euro annui per i medici in servizio in area piccole. Ritirata pure la contestazione da parte del Mef. come abbiamo scritto in più occasioni in questi giorni, per la ricapitalizzazione di Airgest, circa 4.2 milioni di euro, poiché si tratta solo di un aumento di capitale su superamento passeggeri presso lo scalo e non un aiuto di stato come si era paventato nei giorni scorsi. Salva anche la norma che prevede la proroga di 1400 precari degli Enti Locali. Restano intatte anche le norme sugli aiuti alle persone con autismo, alla lotta contro il crack, salvi i fondi per Sicilia Digitale.


Sono sette le norme che restano impugnate: riguardano l’assunzione in pubblica amministrazione delle vittime di femminicidio perché la competenza non è regionale ma nazionale. Niente da fare anche per la norma che prevedeva il 15% di spesa in più alle Asp per l’assunzione di personale, niente 2% in più per i centri di emodialisi: le tariffe sono nazionali e non regionali. Niente aumenti per i consigli di amministrazioni di partecipate e municipalizzate. Stop pure ai 400 mila euro per la Fondazione Valle del Belìce e ai rimborsi per le strutture sanitarie senza un tetto di numeri di ricoverati.

Gaspare De Blasi

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