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Inaugurata a Mazara la mostra “Un’esistenza ai margini. Salvino Catania”

“Salvino Catania rappresenta un pezzo importante della storia della città di Mazara”. Con queste parole il curatore Giacomo Cuttone ha inaugurato – giovedì pomeriggio alla Galleria “Santo Vassallo, presso il Complesso monumentale Corridoni di Mazara del Vallo, alla presenza tra gli altri del sindaco Salvatore Quinci e dell’assessore Gianfranco Casale – la mostra retrospettiva “Un’esistenza ai margini. Salvino Catania”.

La mostra, patrocinata dall’Amministrazione Comunale e dedicata all’artista mazarese nel primo decennale della morte, è stata curata da Giacomo Cuttone e Giuseppe Tumbarello (insieme con un gruppo di artisti e amici di Salvino), e resterà aperta ai visitatori fino al 30 marzo prossimo. Lo spazio espositivo raccoglie più di settanta tele – tra opere figurative e opere astratto-informali, provenienti da collezioni pubbliche e private – che rappresentano soltanto una minima parte della produzione sterminata e spesso sommersa di Salvino Catania. Nel corso della sua attività, infatti, Catania ha esplorato e sperimentato in modo personale un po’ tutti i linguaggi dell’arte moderna e contemporanea, producendo circa settemila opere, disseminate in abitazioni private, circoli, istituti di credito, farmacie, bar, esercizi commerciali, e alcune delle quali esposte presso la Galleria Sicilia del Comune di Mazara, nel Museo d’arte contemporanea di Calatafimi-Segesta e nella Pinacoteca del Comune di Petrosino/Biblioteca dell’Istituto comprensivo “Gesualdo Nosengo”.

“Viveva del suo lavoro creativo ed è stato un artista tutt’altro che ingenuo”, ha puntualizzato Cuttone durante l’inaugurazione, cercando di sottrarre la figura irregolare e maledetta del pittore mazarese alla narrazione dell’artista ‘folle’ e ‘stravagante’, erroneamente considerato un dilettante e un naif, ma sottolineando piuttosto i suoi evidenti legami con tutte le avanguardie del primo e secondo Novecento: dall’Impressionismo all’Espressionismo, dall’Astrattismo informale, fino alle ‘tele grinzate’ di Piero Manzoni. Il curatore si è poi soffermato, ancora una volta, sulla controversa e talvolta superficiale ricezione delle opere di Salvino Catania, fatalmente legate alla sua vicenda biografica: “Un pittore di strada e borderline, squattrinato e inquieto, ma un soggetto inimitabile e di grande energia vitale. Durante tutto il suo lungo percorso artistico ha affrontato spesso il tema della passione di Cristo, in cui la linea di demarcazione tra arte e vita tende a scomparire, quasi a voler accomunare la vicenda di Cristo alla vita vissuta dell’artista. Ora, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, risulta necessario contrastare tutti coloro che tentano di far passare l’idea del ‘genio condizionato dalla pazzia’. Il nostro è un dovere e un obbligo di fedeltà all’opera e all’agire dell’artista mazarese. Bisogna avere la capacità di ascoltare le cose silenziose, i segreti, le suggestioni e l’inquietudine dell’uomo-pittore che Salvino Catania, attraverso il suo lascito artistico, è riuscito a trasmetterci come valore e senso del malinconico abbandono, del silenzio e della lontananza ormai assoluti”.

Il catalogo della mostra, pubblicato da Libridine, si avvale del progetto grafico di Benito Frazzetta e contiene, tra l’altro, un dettagliato profilo critico dell’artista tracciato dallo stesso Cuttone, oltre che una “biografia (in)completa” di Salvino Catania.

Francesco Vinci

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Tags: Salvino Catania