Sorteggio o nomine politiche? Appartenenza o meritocrazia? Nella maggioranza che sostiene il governo Schifani non si parla d’altro che dei nuovi manager della sanità siciliana e di come dovranno essere designati. Per avere qualche casella in più da riempire, la compagine guidata dall’ex presidente del Senato sta anche cercando di creare sei aziende ospedaliere nuove di zecca, che naturalmente necessiteranno di altri direttori, portando il totale delle poltrone da assegnare da 18 a 24. Mentre Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Democrazia Cristiana, Mpa e Fratelli d’Italia litigano sui nomi da piazzare, ci permettiamo sommessamente di ricordare la situazione disastrosa in cui versa la sanità pubblica in Sicilia.
Domenica pomeriggio abbiamo raccolto la testimonianza diretta di un’anziana con febbre alta e un’infezione batterica in corso, che ha atteso per circa otto ore al Pronto Soccorso dell’ospedale di Trapani, scavalcata – come prevede il protocollo – da una serie di codici rossi che si sono successivamente manifestati. Verosimilmente avrebbe dovuto attendere fino alla mattina successiva per poter essere ricoverata in uno dei reparti ospedalieri per gli accertamenti che sarebbero stati necessari, ma alla fine – stremata – ha preferito tornare a casa, accompagnata dalla figlia. A Marsala non va certamente meglio e il completamento del padiglione per le malattie infettive dell’ospedale “Paolo Borsellino” sembra ancora lontano, nonostante siano trascorsi quasi tre anni dalla posa della prima pietra di una struttura pensata per affrontare, innanzitutto, l’emergenza epidemiologica nel periodo in cui il nosocomio di contrada Cardilla era stato destinato a Covid Hospital. Una scelta che è costata tanto, in termini di disagi e disservizi alla popolazione marsalese e che ha determinato anche l’esodo di numerosi professionisti d’esperienza verso altri presidi, spesso rimpiazzati con difficoltà.
In una terra normale, un governo regionale, i parlamentari, i sindaci dei comprensori interessati, i consiglieri comunali, si occuperebbero ogni giorno di problemi del genere, che hanno un’incidenza altissima sulla vita delle persone. La politica, invece, preferisce parlare di manager da piazzare, confidando più nella loro gratitudine che nelle loro capacità. Gente di fiducia, a cui poter fare una telefonata al momento opportuno per chiedere quelle cortesie che non si negano mai, sia in ambito ospedaliero che in occasioni elettorali. Esattamente il contrario di quanto avevano previsto i legislatori quando, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, istituirono il Sistema Sanitario Nazionale, immaginandolo incentrato su tre principi fondamentali (universalità, imparzialità, equità) e alcuni principi organizzativi, di cui – in questa sede – vale la pena ricordarne almeno uno, quello relativo alla centralità della persona: il più importante, ma anche il meno rispettato.