Devastazione e morte. Genitori che piangono i propri figli, cittadini che guardano impotenti le macerie, istituzioni che fanno la conta dei danni. Le immagini provenienti dalle Marche in queste ore ci riportano a uno dei temi più discussi di questi anni (ma trascurato in queste settimane elettorali): i fenomeni estremi causati dal cambiamento climatico. Se un tempo le precipitazioni estive venivano considerate una benedizione per dare sollievo alle terre arse, adesso ogni nuvola viene guardata con comprensibile apprensione. Non c’è zona d’Italia che negli ultimi tempi non abbia dovuto fronteggiare alluvioni, esondazioni, mareggiate e relative conseguenze, anche in questa torrida stagione. Il calendario ci dice che siamo appena al 17 settembre e che il grosso delle piogge si concentrerà nelle prossime settimane.
Al di là degli impegni elettorali, i nostri sindaci sono ancora in tempo per andare a fare una ricognizione mirata sullo stato in cui si trovano i letti dei nostri torrenti, spesso sciaguratamente trasformati in discariche. Occorre far presto, perchè il tempo non fa sconti a nessuno e non vorremmo ritrovarci, tra qualche settimana, a fare i conti con una nuova tragedia annunciata.