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Cosa erano i magazzini della Camparìa?

Vecchi magazzini che frequentavano i tonnaroti in tempo di mattanza: tufo bianco tipico delle Egadi, legno segnato dalla salsedine e tutt’intorno reti e arnesi per la caccia grossa dei tonni che ora non si pratica più. La camparìa dell’ex stabilimento Florio di Favignana è un pezzo di storia nella più grande delle Egadi che ora torna a rivivere con una veste nuova.

Si tratta di un imponente edificio adagiato sul mare di Favignana che fu, in passato, uno dei maggiori centri italiani della mattanza, la tradizionale pesca del tonno rosso. Proprio gli operai della Tonnara furono ideatori del nome “Camparìa“, espressione siciliana che vuol dire “dare da campare”, cioè “dare da vivere”, grazie al lavoro.

Questa struttura è tornata a vivere, grazie a un’opera di recupero architettonico e restauro conservativo, che ha fatto tesoro del patrimonio e dell’anima storica. La storia di questo luogo inizia alla fine dell’Ottocento, con la costruzione, voluta dai Florio, di grandi edifici. Per decenni questa proprietà ha dato lustro a Favignana e ha offerto lavoro nella Tonnara. Durante le fasi di massima operatività, poteva impiegare anche 200 persone.

Alla Camparìa lavoravano pescatori, manovali, falegnami e tante altre figure che gravitavano attorno alla pratica della mattanza. Questa grande proprietà è stata oggetto di un restauro completo. Materiali e forme degli edifici conservano la loro natura, legata al passato da un lungo e forte fil rouge. A conferma del ruolo ancora vivo del passato, arriva anche la possibilità di vedere la lancia di Franca Florio dal vivo.

Anche se non più animata dalle voci gravi e dalle mani laboriose dei ‘tonnaroti’ intenti a rammendare le reti e a costruire le ‘muciare’ (barche) per la mattanza, questo gigante ferito, da anni abbandonato e dimenticato, torna a vivere, valorizzando la sua solenne dignità di spazio vitale dell’isola.

L’iniziativa di riaprire la tonnara è stata dell’imprenditore palermitano Fabio Tagliavia che ha recuperato i magazzini e la zona rimessaggio, grazie a un’opera di riqualificazione conservativa in due fasi: la prima si concluderà questo mese, la seconda nel 2023 con l’apertura degli spazi delle trizzane, anch’essi pensati per ospitare mostre ed eventi che diano voce, in particolare, alle creatività locali.

Al visitatore è offerto un percorso emozionale nella struttura degli ex magazzini di lavoro: la ciclopica architettura a tre navate che ricorda una chiesa gotica vale la visita già da sola. Non mancano le suggestioni visive di un luogo con 130 anni di storia alle spalle. Sulle pareti si leggono le cifre lasciate intatte legate all’attività della tonnara, come “1983”, in ricordo dell’annata in cui la pesca del tonno è iniziata a diminuire. Sotto l’edificio c’è la grande cisterna con canalizzazione che, in passato, raccoglieva le acque piovane per il sostentamento idrico. Oggi, di questa importante riserva sotterranea, è possibile ammirarne dei punti grazie a una parte pavimentata in vetro e illuminata.

All’interno dell’ex camparìa anche una libreria. Il cortile è un altro spazio recuperato e destinato a zona lounge.

redazione

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