Dopo un intervento di recupero conservativo, la barca utilizzata da Franca Florio è tornata a Favignana e si può ammirare alla Camparìa. Per decenni ha navigato nelle acque delle Egadi e Donna Franca la utilizzava per assistere da vicino alla mattanza.
La barca, una lancia, è un vero e proprio cimelio, che racconta parte della gloriosa epoca dei Florio a Favignana. Adesso si potrà vedere alla Camparìa, uno spazio restaurato dall’imprenditore palermitano Fabio Tagliavia e riaperto al pubblico. L’imbarcazione è lunga 7,20 metri. Costruita da un mastro d’ascia inglese alla fine dell’Ottocento, rimarrà esposta per tutta l’estate, grazie a un accordo con Ilva Saronno Holding, che possiede il marchio Florio Marsala. Proprio i Florio, come è risaputo, diventarono nel 1830 imprenditori del celebre vino liquoroso.
Le due foto rappresentano il “barchino” e la stessa Donna Franca Florio in barca a Favignana con Beatrice Filangeri di Cutò, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Franca Florio utilizzava questa lancia per assistere da vicino alla mattanza, quando si trovava a Favignana. Per decenni, dunque, questa barca ha navigato nel mare di Sicilia.
La grande famiglia siciliana del 1800 ha costruito il suo successo lungo le rotte marittime. Ma oltre a commerci e relazioni, il mare era per i Florio anche il buen retiro. Una flotta di yacht privati testimonia la grande passione per le avventure in mare. La passione per il mare portò i Florio a disporre di una piccola flotta di yacth privati. Il Sultana era l’Ammiraglia della flotta da diporto di Ignazio Florio Jr, misurava 56 m ed era dotata di tre alberi con velatura a goletta. La sua prima tratta fu Palermo-Livorno nel Febbraio del 1893, in occasione del matrimonio tra Ignazio e Franca.