In questi giorni la provincia di Trapani ha potuto beneficiare di importanti vetrine mediatiche: da un lato c’è la seconda serie di Makari, che tra un delitto e un altro vede Claudio Gioè attraversare le attrazioni naturalistiche e architettoniche della Sicilia d’Occidente; dall’altro c’è stata la punta di Linea Verde, incentrata sull’offerta turistica di Marsala e Mazara. La speranza, da tutti condivisa, è che questi passaggi televisivi possano alimentare quella fascinazione di cui, nel recente passato, ha beneficiato soprattutto il versante orientale dell’isola, dai film di Pietro Germi fino al Commissario Montalbano.
Giusto, dunque, insistere con gli investimenti promozionali, sia attraverso il Distretto Turistico che attraverso altri canali. Tuttavia, spesso dimentichiamo un aspetto fondamentale: la migliore forma di pubblicità possibile è costituita dal passaparola, dall’esperienza diretta di chi arriva dalle nostre parti per un breve soggiorno e, inevitabilmente, si ritrova a testarne i servizi nel loro complesso. Le recensioni sui siti turistici sono spesso impietose: rifiuti, strade dissestate, collegamenti inadeguati, fruizione a singhiozzo dei nostri contenitori culturali (Impero, Sollima, San Pietro, Biblioteca, Carmine, Palazzo Grignani), eventi di bassa qualità, spiagge inaccessibili a causa dell’abusivismo edilizio e della chiusura degli accessi. Come se non bastasse, nelle ultime due estati più di un visitatore ha dovuto anche fare i conti, suo malgrado, con aggressioni e furti che hanno avvelenato la movida del centro storico.
“Al nord una città del genere avrebbe fatto i soldi a palate”, scrive su TripAdvisor un visitatore che nella sua severa recensione evidenzia anche la difficoltà avute ad ottenere informazioni a differenza di quanto avvenga in altri luoghi, evidentemente più predisposti all’accoglienza (“Non c’è l’ombra di una guida turistica e anche i cittadini stessi non sanno nulla sulla storia e l’importanza della propria città”). Assieme all’agricoltura, il turismo è sicuramente il principale volano della nostra economia e non si fa fatica a immaginare che se una qualsiasi città del Nord avesse avuto a disposizione il patrimonio storico, archeologico, naturalistico ed enogastronomico di Marsala, ne avrebbe tirato fuori una miniera d’oro.
L’orgoglio per la promozione delle nostre attrazioni deve dunque necessariamente associarsi alla pretesa – da parte della comunità marsalese – di servizi efficienti e di una reale valorizzazione dei nostri “gioielli di famiglia”. Viceversa, la vetrina mediatica rischia di trasformarsi nel classico boomerang che colpisce chi promette ai propri commensali un piatto prelibato senza premurarsi di utilizzare ingredienti di qualità.