L’amarezza di chi ha scelto di restare in Sicilia per contribuire al cambiamento, ma che si ritrova a fare i conti con difficoltà e ostacoli di ogni tipo. Ignazio Passalacqua è uno dei quarantenni più noti in città, per l’impegno politico che in passato lo ha visto protagonista di importanti battaglie per la legalità, l’ambiente, la salute pubblica, fino a ricoprire il ruolo di consigliere provinciale. Numerose anche le iniziative culturali promosse (su tutte, il Marsala Film Festival) e le attività portate avanti in questi anni nel settore della ristorazione, con l’ideazione di un marchio – Assud – che ha portato con successo il nome di Marsala in giro per l’Italia. Una scommessa fin qui vinta con la determinazione di chi non si arrende al pensiero che non si possa realizzare nella propria città quello che altri coetanei riescono (con maggiore facilità) a fare a Roma, Bologna, Milano o Torino.
Poi, però, accade l’impensabile e verrebbe voglia di dar ragione a Sciascia e alla sua idea di irredimibilità della Sicilia. O, più semplicemente, a tutti coloro che hanno fatto le valigie per realizzare altrove i propri progetti di vita. L’impensabile è accaduto domenica alle 19.30, mentre il Paese si preparava alla finale dell’Europeo tra Italia e Inghilterra. “Avevo appena lasciato il locale per andare a vedere la partita con la mia famiglia – racconta Ignazio Passalacqua – quando mi arriva una telefonata dei ragazzi, che mi avvertono dell’arrivo dei vigili urbani. Non era la prima volta: noi abbiamo aperto il 28 maggio e sono venuti 9 volte nel nostro locale”.
Il locale in questione è Assud Mozia, che attraverso la società Eidonè nel 2016 è subentrato alla vecchia proprietà che dal ’94 aveva gestito il ristorante Eubes, a pochi passi dall’imbarcadero per le isole dello Stagnone. Le cose vanno bene, fino a un ricorso presentato al Tar contro l’autorizzazione rilasciata dal Suap per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Nel frattempo, la polizia municipale chiede alla proprietà l’autorizzazione dell’ente gestore della Riserva dello Stagnone, il Libero Consorzio di Trapani. L’ente fa sapere che non rilascia certificazioni di questo tipo, ne viene fuori una lunga interlocuzione tra amministrazione comunale e gestori che si traduce nella richiesta di un parere alla Regione. Nell’attesa del parere, Assud Mozia va avanti con la sua attività.
“Nel nostro locale si fa ristorazione dal ’94, nel frattempo c’è stato un fiorire di chioschi, ristorantini e attività varie – spiega Ignazio Passalacqua -. Non mi risulta che qualcuno abbia quest’autorizzazione”. La Polizia Municipale, però, non è dello stesso avviso e domenica sera si presenta all’ingresso del locale con un provvedimento di chiusura. “Siamo dovuti andare dalle persone sedute ai tavoli e farle alzare – racconta il titolare di Assud Mozia con comprensibile sconforto -. Ci hanno trattati come criminali, forse pure peggio. E in tutto ciò, l’amministrazione comunale è stata completamente assente”.
In un momento in cui si parla tanto di ripresa e ripartenza, una vicenda del genere rappresenta un evidente controsenso: da un lato, infatti, si porta avanti un messaggio di speranza che incoraggia gli esercenti a rimboccarsi le maniche dopo lockdown, zone rosse e misure di contenimento dei contagi che hanno pesantemente condizionato le loro attività, dall’altro si stacca la spina a un’attività con 15 dipendenti. “Anche noi abbiamo creduto nella ripartenza, investendo su attrezzature nuove e impegnandoci a garantire condizioni di piena sicurezza ai nostri clienti. Chi ci ripagherà di tutto questo?”.
Nel frattempo, ieri pomeriggio, la direzione di Assud Mozia ha annunciato attraverso i social un’iniziativa solidale, invitando i soggetti più bisognosi a recarsi presso il locale per consumare il proprio pasto. Ma la solidarietà non è mancata nemmeno da parte della cittadinanza marsalese nei confronti dei gestori del locale, cui sono arrivati numerosi messaggi di sostegno e vicinanza attraverso i social.
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La politica, specialmente quella locale, dovrebbe aiutare a risolvere i problemi dei cittadini in Sicilia li complica