« Ho fatto il tampone molecolare il 19 Novembre e già il 20 si sapeva il risultato ma io ne sono venuta a conoscenza il 27, cioè oggi. Ci sono voluti altri otto giorni per sapere con certezza se ero davvero positiva così come purtroppo aveva diagnosticato il test rapido. Mi dispiace che si sia creata questa situazione ma credo che fin da subito avrebbero dovuto assumere molto più personale proprio per evitare questi disagi »
Tanto rumore per nulla come direbbe il buon vecchio e sempre attuale William Shakespeare. Tre settimane (da ricordare?) a casa per colpa di un risultato sbagliato, di un esito “Positivo” attestato da un test rapido effettuato (per scrupolo zelante) presso un laboratorio di Analisi Cliniche a Mazara, sono tante, soprattutto se c’è in gioco la certezza dell’essere o non essere ( Shakespeare, sempre lui!) positivi al Covid19. La scorsa settimana avevamo raccontato la paradossale vicenda dell’insegnate mazarese Piera P. (leggi qui) evidenziando il macchinoso e poco funzionante sistema che la costringeva a restare a casa “ostaggio” di un risultato di positività al Covid19 che, comprensibilmente, aveva gettato nel panico sia lei che le altre insegnanti, sia i genitori dei piccoli alunni che erano stati a contatto con lei. Piera, aveva accusato qualche malessere e un pò di tosse e aveva deciso di effettuare un test rapido presso un laboratorio di analisi cliniche a Mazara. L’indomani, per telefono, le era stata comunicata la “Positività” al virus. Da quel momento, è scattato il protocollo previsto in questi casi, ha avvisato la scuola, ovvero la Dirigente Scolastica, di quanto stava accadendo. L’ASP, però, per chiudere la sezione e mettere in quarantena gli alunni, aveva bisogno del risultato accertato dal test molecolare che avrebbe dovuto essere effettuato dall’USCA, in quanto il test rapido non è sufficiente ad avere piena certezza del virus presente nel corpo. Piera P. si è messa in isolamento, ( per correttezza anche il suo compagno si è auto isolato in attesa del risultato definitivo) e ha atteso “pazientemente” gli operatori sanitari nella sua casa mazarese. Il test molecolare le è stato effettuato a domicilio lo stesso pomeriggio in cui lei ha raccontato la vicenda al nostro giornale e soltanto oggi, cioè 8 giorno dopo, Piera P. ha saputo del risultato e ha voluto condividerlo con noi. ” Si è conclusa bene la vicenda, mi sento adesso libera, sono “Negativa” al Covid19, posso uscire da casa. Mi sono fatta ulteriori 8 giorni di isolamento a casa perchè avevo paura di contagiare qualcuno e mi sento persino una privilegiata perchè comunque sono pagata ugualmente. Sono molto solidale invece a tutti quelli che lavorano “alla giornata” e ai liberi professionisti che non guadagnano se sono costretti ad una lunga reclusione domiciliare causata da una tale lentezza esasperante. Fra qualche giorno però effettuerò il test sierologico per cercare gli eventuali anticorpi, voglio essere sicura, a questo punto, di non aver davvero avuto il Covid19. Oggi però è un gran bel giorno, sono libera da un incubo».
Tutto è bene quel che finisce bene, come direbbe sempre il nostro benamato William.
Tiziana Sferruggia