Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato i dati relativi ai flussi di passeggeri all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Numeri impietosi, che certificano ancora una volta il declino dello scalo di Birgi. Nello stesso periodo, va detto, Palermo e Catania hanno visto un sensibile incremento degli arrivi a Punta Raisi e Fontanarossa. Nel catanese, gli operatori turistici raccontano che nel giro di qualche anno c’è stata una crescita esponenziale di attività ricettive, che hanno beneficiato di tanti fattori, dal crollo del turismo nel Nord Africa o in Medio Oriente alla valorizzazione mediatica legata ai luoghi del Commissario Montalbano che si sono aggiunti a “evergreen” come Taormina, Ortigia ed Etna. E poi, c’è il sempre valido “passaparola”, che da sempre premia quei siti che offrono a turisti e visitatori il giusto mix di cortesia e qualità nell’accoglienza. A Palermo, l’incremento dei voli legato alle strategie di Gesap, si è associato a un lavoro importante sulla crescita della destinazione turistica, che ha accreditato l’identità culturale del capoluogo ma anche delle zone circostanti (da Monreale a Cefalù) all’interno di quel percorso Arabo-Normanno che nel 2015 è stato proclamato patrimonio dell’Unesco.
Logica vorrebbe che, al di là della crisi di Birgi, un passeggero che arriva a Punta Raisi possa rivolgere lo sguardo anche ad ovest, oltre che ad est, programmando alcune giornate in provincia di Trapani, oltre che nel palermitano. Parlando con gli operatori turistici del territorio, però, la sensazione è che questo mese di luglio sia stato uno dei peggiori della storia recente di Marsala. Titolari di bed and breakfast in pieno centro storico con recensioni eccellenti su TripAdvisor confessano di aver avuto le stanze vuote per tutto il mese. Agosto, si sa, fa storia a sé. Ma i flussi di un solo mese non possono bastare per reggere l’economia turistica di una città. L’impressione, piuttosto, è che oggi Marsala sia una destinazione meno attrattiva rispetto al passato e non solo perché non ci sono più i voli della Ryanair. Ha ragione il sindaco quando afferma che se i servizi funzionano meglio, i visitatori vanno via più contenti. Ma ci sono diverse tipologie di turismo, tra cui quella legata agli eventi culturali, tradizionalmente capaci di mobilitazioni importanti di fronte a proposte interessanti e ben pubblicizzate. Queste tipologie di turisti avrebbero meritato maggiore considerazione da parte della Giunta Di Girolamo, che quest’anno, invece, ha rinunciato persino a presentare un cartellone di iniziative per l’estate, limitandosi a concedere il proprio supporto tecnico-logistico ad associazioni o parrocchie. La soluzione alle difficoltà incontrate, poteva essere quella di investire con più convinzione su eventi costruiti “in casa” negli anni precedenti, come il Festival del Tramonto, che pur essendo cresciuto nel tempo avrebbe bisogno di un maggiore supporto per raggiungere il livello delle più importanti rassegne della provincia. Anche il Consiglio comunale, del resto, quando può cerca di indirizzare i propri emendamenti su altri settori, secondo una filosofia che tende a vedere gli eventi culturali come semplice intrattenimento per residenti.
In quest’ambito, di fatto, si è registrata una mancanza di visione con conseguenze che potranno essere corrette solo se in futuro si riuscirà a considerare il turismo come un settore realmente strategico per l’economia del territorio, in cui servizi efficienti e proposte interessanti possano trovare eguale spazio nella programmazione amministrativa della città. Viceversa, Marsala resterà una città ad economia turistica solo sulla carta. E questo, a prescindere dal rilancio dell’aeroporto di Birgi che tutti noi auspichiamo.