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Marsala, sfiducia al sindaco. Il segretario del comune ci spiega le modalità

Al netto di una eventuale presentazione della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, abbiamo cercato di capire come tecnicamente dovrebbe svolgersi e le conseguenze che porterebbe con se. Quale persona più qualificata del segretario generale del comune per darci le necessarie delucidazioni.

“Intendo precisare – ci ha detto Bernardo Triolo – che il mio è solo un chiarimento tecnico. Io non posso e non voglio entrare nel merito della valutazione politica, che peraltro non mi compete”. Vediamo di capire come è disciplinata la materia. “Essendo noi una Regione a statuto speciale – ha continuato il dirigente – le norme a cui a cui attenersi sono contenute nella legge regionale numero 35 del 1997, e più precisamente negli gli articoli 10 e 11. Occorre – ci ha detto il dirigente – prima di presentare la mozione, che è un vero e proprio atto amministrativo che siamo trascorsi 24 mesi dall’elezione del sindaco”. E fin qui ci siamo, Di Girolamo ha superato questo traguardo. “Ma occorre anche che non ci si trovi negli ultimi 180 giorni del mandato. Altrimenti l’atto sarebbe nullo e comunque i miei uffici lo trasmetterebbero al presidente del Consiglio correlato da queste informazioni che risulterebbero ostative all’approvazione dell’atto”. Premesso che ci troviamo nel pieno rispetto dei tempi, come dovrebbero procedere i consiglieri che eventualmente decidessero di sfiduciare il sindaco? “Intanto occorre una motivazione che va allegata alle firme. Firme che debbono essere almeno12 dei componenti del Consiglio – ha detto ancora Bernardo Triolo -. Vanno presentate all’ufficio del segretario comunale che le trasmette al presidente del Consiglio correlate di parere di congruità tecnica”.

A questo punto il presidente del Massimo consesso Civico ha 10 giorni di tempo per convocare l’Aula e mettere in trattazione il punto. “L’argomento approdato all’attenzione dei consiglieri segue l’iter tradizionale. Si apre un dibattito a cui naturalmente può partecipare anche il sindaco o un suo delegato. Al termine della discussione il presidente del Consiglio procede alla votazione in modo palese e per appello nominale”. Vediamo cosa accadebbe in caso di bocciatura o in caso di approvazione della mozione.

“Prima occorre specificare che per approvare l’atto occorre una maggioranza qualificata, cioè 18 voti a favore. In caso non si raggiungesse tale numero l’atto sarebbe bocciato e la vita della consiliatura procederebbe normalmente”. E in caso di bocciatura?”. In questo caso – conclude il segretario generale – l’atto verrebbe trasmesso ai miei uffici e da quel momento cesserebbero le funzioni del sindaco, della sua giunta e di tutto il consiglio comunale. Una volta arrivato a noi il risultato della approvazione, lo trasmetteremmo alla Regione, Assessorato Enti Locali, che in tempi rapidi provvederebbe alla nomina di un commissario che si sostituirà alle funzioni sindacali e dell’intero consiglio”.

Gaspare De Blasi

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