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Senza Ryanair

Baldo Gucciardi, Antonella Milazzo, Nino Oddo, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri, Mimmo Fazio, Giovanni Lo Sciuto, Paolo Ruggirello e Mimmo Turano. Ma anche Antonio D’Alì, Pamela Orrù, Vincenzo Maurizio Santangelo. E – perchè no? – anche Ignazio Corrao.

Nove deputati regionali (uno è anche assessore), tre parlamentari nazionali e uno europeo. Tredici rappresentanti del territorio presso le sedi istituzionali che contano, ognuno con una storia politica diversa, ma tutti uniti da elemento comune: non si rendono conto di quanto l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi sia importante per il territorio e quanto il suo destino sia legato a Ryanair, la cui permanenza intorno allo scalo trapanese somiglia sempre più a una chimera. Vero è che tra i tredici politici sopra citati qualcuno si è esposto più degli altri. Ma se il risultato è quello che sembra delinearsi all’orizzonte, non vale la pena nemmeno stare lì a fare il conto dei comunicati o delle interrogazioni. E anche tra i sindaci, evidentemente, non si ha ben chiara la situazione: c’è chi è in regola con le quote del co–marketing e chi è moroso. Ma, a questo punto non basta più onorare gli impegni (come avevamo auspicato alcune settimane fa). Occorre farsi sentire con la Regione, ormai principale azionista di Airgest e pretendere la presentazione di un progetto per l’immediato futuro. A sei mesi dalla nomina del nuovo presidente del Cda di Airgest Franco Giudice – uomo competente e navigato – non c’è stata una comunicazione, una conferenza stampa. Niente di niente. Come se si stesse nascondendo quello a cui si sta lavorando: ufficialmente, si parla dell’accorpamento tra Birgi e Punta Raisi, ma l’impressione è che in pentola bolla tanto altro. E, in tutto questo, nessuno sembra voler disturbare il manovratore (la Regione).

In un territorio in cui da due anni si è chiesto ai titolari delle strutture ricettive di contribuire alle sorti dell’aeroporto attraverso la tassa di soggiorno secondo una formula che somiglia tanto a un azionariato popolare, si è mai pensato di ascoltare seriamente gli albergatori, le famiglie che hanno investito i propri risparmi nell’apertura di bed and breakfast o case vacanza contando sulla crescita di Birgi e che si sentono meno tutelati di chi gestisce un “compro oro” o un centro scommesse? E, dalla parte opposta: i titolari delle strutture ricettive hanno mai pensato che è arrivato il momento di farsi ascoltare seriamente? Perché – è bene saperlo – mentre noi teniamo il conto dei Comuni che non pagano le quote del co-marketing pare che Ryanair abbia già deciso di fare le valigie e di concentrare tutte le sue attività su Palermo. Se ci fosse anche la minima speranza di recuperare il rapporto, varrebbe la pena insistere. Ma se davvero non si riuscisse a convincere la compagnia irlandese a mantenere i suoi collegamenti con il “Vincenzo Florio”, si lavori fin da oggi a un’alternativa credibile. Altrimenti, saranno in tanti a dover chiudere bottega.

Vincenzo Figlioli

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