Alberto Di Girolamo ha vinto. Ha vinto la sua tenacia, la sua storia personale, la sua capacità di risultare credibile agli occhi dei cittadini marsalesi, che gli hanno tributato 4000 voti in più rispetto al primo turno e circa 500 in più di quelli raccolti tre anni fa al ballottaggio da Giulia Adamo. Ha vinto perché, come abbiamo detto in altre occasioni, incarnava meglio del suo avversario l’immagine di un uomo d’esperienza che non ha gestito quote di potere. Ha vinto perché ha saputo parlare un linguaggio semplice, senza azzardare promesse che non avrebbe potuto mantenere. Ha vinto perché è riuscito a non farsi logorare dagli avversari e dai nemici interni con cui a più riprese si è dovuto confrontare. Dall’altra parte, Massimo Grillo subisce una sconfitta netta, superiore alle attese, con circa 2000 voti in meno rispetto al primo turno, a testimonianza della difficile tenuta delle coalizioni eccessivamente eterogenee e di come alcuni candidati e alcune liste abbiamo utilizzato l’ex parlamentare come un comodo mezzo di locomozione su cui adagiarsi per mantenere le proprie posizioni. A poco è servito il generoso supporto dell’ex sindaco Salvatore Lombardo, così come la scelta di puntare su una campagna elettorale aggressiva e incalzante rispetto al suo avversario (sul confronto pubblico, l’età, l’unità coronarica, il rapporto con i vertici del Pd e tanto altro…). Smaltite le tossine di queste giornate, ci auguriamo possa continuare a dire la sua nella vita politica marsalese, mettendo gratuitamente a disposizione della città e della nuova amministrazione i suoi contatti e i suoi progetti. Anche perché – abbiamo cominciato a dirlo in tempi non sospetti – il nuovo sindaco di Marsala non si dovrà accontentare di vincere le elezioni e gestire l’amministrazione. Dovrà cambiare la città. Alberto Di Girolamo ha parlato di cose concrete. Ma ha anche promesso di cambiare Marsala. Ed è su questo fronte che i cittadini lo aspetteranno al varco. Dovrà pertanto essere capace di dare concretezza alle sue idee, senza cadere nella tentazione di chiudersi nel suo fortino con i fedelissimi. Comunque la si pensi, c’è una parte della città che ha votato in buona fede altri candidati o che non è andata alle urne. E’ anche a loro che il nuovo sindaco dovrà rendere conto se vorrà davvero cambiare Marsala.