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Sale e hotel del “Gruppo Licata” funzionano regolarmente ed operano sotto amministrazione giudiziaria

L’amministratore Fresina: “l’amministrazione prosegue nel segno della continuità”

Tutte le sale ricevimenti e gli hotel che fanno capo al gruppo imprenditoriale “Licata” sono aperte e vengono gestite da un amministratore giudiziario. Si tratta di una precisazione necessaria, in quanto, dopo la notizia del sequestro in molti hanno disdetto banchetti e prenotazioni pensando che la strutture ricettive non operassero per via delle disposizioni dell’Autorità giudiziaria, ma non è così. Già il Procuratore capo Alberto Di Pisa aveva chiarito che le attività avrebbero continuato ad operare, in amministrazione giudiziaria per tutelare i posti di lavoro dei circa 200 impiegati. Il sequestro preventivo d’urgenza, eseguito su disposizione della Procura dal nucleo di polizia tributaria di Trapani e dai militari della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura di Marsala, è scattato per le ipotesi di reato di evasione fiscale e truffa aggravata allo Stato, dichiarazione fraudolenta finalizzata  all’evasione fiscale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, ma il provvedimento non ha previsto la posa dei sigilli. Perciò il ristorante-sala ricevimenti “Delfino”, il “Delfino Beach”, l’agriturismo “La Volpara”, il “Baglio Basile”, realizzato nel vicino Comune di Petrosino sono aperti e funzionano sotto la guida dell’amministratore giudiziario Antonio Fresina che ha spiegato che l’amministrazione prosegue nel segno della continuità. “Sto svolgendo la ricognizione patrimoniale, ma le attività continuano normalmente. Da ieri, purtroppo, abbiamo registrato già dieci disdette”. Intanto i legali di Michele Licata hanno fatto sapere che sono già state acquisite somme consistenti vicine a quelle contestate per sanare quanto risultato evaso. Intanto ieri anche l’Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino onlus si è congratulata “con la Procura della Repubblica di Marsala e con la Guardia di Finanza per le indagini che hanno permesso d’acquisire elementi probatori sufficienti per indurre la suddetta Procura, ex art.321 del codice di procedura penale, commi 3 bis e  3 ter, a disporre, per evasione fiscale e truffa allo Stato, il sequestro preventivo d’urgenza di somme di denaro, di quote societarie, di beni mobili ed immobili a Michele Angelo Licata, il principale imprenditore locale nel settore della ristorazione e alberghiera.

Chiara Putaggio

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Tags: licatasale hotel