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Roma Caput Mundi

I media, nel momento di parlare di Roma Capitale, negli ultimi tempi, hanno fatto sempre riferimento a quanto accade nelle stanze di Palazzo Chigi, all’operato del sindaco Marino – che forse è scomodo perchè non guarda in faccia neanche gli amici –, allo scandalo, molto grave per carità, che ha coinvolto l’ex moglie di un famoso calciatore arrestata per sequestro di persona. Ma c’era qualcuno che, dietro sindaci che non sanno ricoprire le buche per strada e politici condannati che ritornano sulla piazza, sgominava una vera e propria cupola. Non quella di San Pietro, ma quella tra mafia, politica, estrema destra e criminalità. Lontani sono i tempi in cui si pensava che la mafia fosse radicata in Sicilia che ormai da anni vive alle spalle dei colossi industriali del nord. Ma anche Roma Caput Mundi ha vissuto il suo “periodo nero”. Che adesso è tornato più forte. Come ha detto il procuratore Pignatone: “A Roma ci sono tante organizzazioni mafiose”. Lo sanno bene anche i Carabinieri del Ros che con l’operazione “Terra di Mezzo” hanno dovuto arrestare 37 volti noti del malaffare che si davano da fare tra appalti truccati e finanziamenti pubblici. Anche qui un vero e proprio vertice: l’ex temibile terrorista dei Nar, Massimo Carminati, era il capo dell’operazione che impartiva le direttive; direttive che venivano ben accolte dall’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, dall’ex presidente dell’AMA – che si occupa di rifiuti e trasporti –, Franco Panzironi, già coinvolto in Parentopoli e da Luca Odevaine, ex capo di gabinetto della Giunta Veltroni. Tra gli indagati altri nomi illustri tra cui l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno (indagato per associazione di tipo mafioso, art. 416 bis c. p.) e l’ex assessore Ozzimo. C’è da porsi una domanda: chi si prenderà il merito di un’operazione così vasta contro un Impero? E non me ne voglia Giulio Cesare…

Claudia Marchetti

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Tags: Franco PanzironiGianni AlemannoLuca OdevaineMassimo CarminatiOzzimoRiccardo Mancini