Nei giorni scorsi, con l’editoriale “La sfacciata intolleranza”, Chiara Putaggio è intervenuta con intelligenza sulla crescente ostilità verso gli immigrati che si registra da qualche tempo nella nostra città. Una riflessione che la nostra redazione condivide in toto, anche perchè nelle ultime settimane alcuni lettori ci hanno segnalato una serie di episodi deprecabili. In un’occasione un immigrato che stava attraversando via Roma in bici è stato scaraventato a terra senza ragione da un passante poco cortese. Un altro, qualche sabato fa, è stato preso a bastonate a Porta Nuova da un gruppo di scalmanati. Una famiglia di marsalesi si è invece rifiutata di affittare la propria abitazione a una giovane coppia mista (lei autoctona, lui africano). Se sommiamo questi episodi alle campagne di disinformazione che spesso leggiamo sui social network, emerge sicuramente un quadro preoccupante.
Come ha scritto Chiara, è noto che nei periodi di maggiore crisi crescono automaticamente i sentimenti di ostilità verso chi viene percepito “diverso”, perchè magari arriva da altri paesi, crede in un altro Dio o parla un’altra lingua. Per certi versi è anche comprensibile. Assolutamente esecrabile appare invece l’atteggiamento di chi alimenta diffidenze, timori e idiosincrasie varie per ragioni politiche o elettorali. Per anni l’ha fatto la Lega Nord, bersagliando i tanti meridionali che andavano a cercare lavoro nel triangolo industriale. Ma ben presto, i presunti difensori dei diritti padani si sono rivelati meri occupatori di poltrone, contribuendo alla deriva morale, economica e sociale di questo paese. Non vorremmo che adesso qualcuno cominciasse a scimmiottare i seguaci di Borghezio anche dalle nostre parti. Anche perchè, se proprio non si vuol parlare di immigrazione in termini umanitari e filantropici, dovremmo almeno avere l’onestà intellettuale di ammettere che i pochi fondi che sono arrivati sul nostro territorio dall’Unione Europea sono proprio quelli che riguardano la gestione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo. Strutture in cui lavorano professionisti del nostro territorio (psicologi, mediatori culturali, educatori) con un indotto che coinvolge anche i servizi mensa e le imprese di pulizia. Per non parlare della vicenda della Casa di Riposo “Giovanni XXIII”, che proprio grazie all’arrivo dei richiedenti asilo e dei conseguenti fondi europei ha cominciato a risanare i propri conti in rosso.
Mettendo in fila queste considerazioni, otteniamo un quadro completamente diverso rispetto a quello dipinto qualunquisticamente da tanti. Un quadro da cui si nota che l’immigrazione, pur essendo un fenomeno estremamente complesso, può anche trasformarsi in un’opportunità, se gestita con intelligenza.