Sicilia, terra di bellezze naturali ma anche di strade, sentieri e… piste ciclabili. Un connubio che si ritrova nella ciclabile di Cornino, che costeggia la costa balneare del comune di Custonaci: in apparenza lunga e ben strutturata, potrebbe sembrare un percorso ideale per gli amanti delle due ruote, ma chi si avventura a percorrerla si imbatte in diverse difficoltà. Questi problemi, che spaziano dalla manutenzione al collegamento con altre infrastrutture, pongono la questione: come possono le amministrazioni locali migliorare la fruibilità delle ciclabili e ottimizzare le risorse a disposizione?
La pista ciclabile di Cornino rappresenta un esempio emblematico delle sfide che si incontrano quando si cerca di creare una rete di percorsi sicuri e fruibili. Sebbene la pista sembri ben realizzata all’inizio, la situazione cambia drasticamente quando si cerca di raggiungere l’area portuale. Il video realizzato qualche mese fa dalla pagina Facebook Esplora Trapani ha messo in luce questi problemi, documentando il percorso dalla spiaggia di Rio Forgia al porticciolo di Cornino. Un viaggio che, a bordo di una bici, risulta tutt’altro che semplice. Inizialmente, il ciclista è costretto a salire su un marciapiede non in perfette condizioni, fatto di pietre e privo di scivoli per il passaggio sicuro. Le difficoltà aumentano quando si arriva in una zona fangosa e sterrata, frequentata da animali da pascolo. Solo dopo aver affrontato questi ostacoli si arriva alla vera e propria pista ciclabile, che sembra comparire improvvisamente dal nulla, senza un chiaro raccordo con il resto dell’infrastruttura urbana. Questa discontinuità rende difficile l’accesso alla ciclabile e ne riduce l’efficacia come parte di un sistema integrato di mobilità sostenibile.
La soluzione potrebbe trovarsi nell’adozione di modelli di gestione condivisa, come quello che ha avuto successo nella Lunga via delle Dolomiti Unesco. Si tratta di un progetto che coinvolge 7 comuni situati lungo la pista ciclabile e che hanno deciso di collaborare per migliorare la rete e partecipare insieme ai bandi per ottenere finanziamenti destinati alla manutenzione e all’ampliamento delle infrastrutture ciclabili. Questo modello di consorzio intercomunale potrebbe essere applicato anche in altre aree come tra Trapani, Erice, Valderice, Buseto e Custonaci, per creare una rete ciclabile integrata che non solo promuova il turismo sostenibile, ma che risponda anche alle necessità dei cittadini e dei ciclisti locali. In questo modo, i comuni potrebbero unire le risorse, ridurre i costi e ottimizzare gli interventi necessari per garantire la sicurezza e l’accessibilità delle ciclabili.
L’adozione di un consorzio intercomunale per la gestione delle ciclabili non solo migliorerebbe l’infrastruttura, ma rappresenterebbe anche un passo verso una maggiore coesione tra i comuni siciliani. La collaborazione tra enti locali potrebbe essere fondamentale per ottenere i finanziamenti necessari a realizzare una rete ciclabile continua, sicura e funzionale, che colleghi le bellezze naturali e storiche della provincia di Trapani, senza lasciare che le buone intenzioni si infrangano su marciapiedi dissestati o tratti fangosi. Inoltre, un sistema ciclabile ben connesso potrebbe incentivare il turismo sostenibile e destagionalizzato, creando un’alternativa alle tradizionali modalità di spostamento, più inquinanti e meno ecologiche. La pista ciclabile potrebbe diventare un vero e proprio strumento di valorizzazione del territorio, in grado di attrarre cicloturisti da tutta Italia e dall’estero.