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Relazione semestrale DIA 2023: la cattura di Messina Denaro e la mafia trapanese ‘silente e affarista’

L’analisi degli elementi info-investigativi estratti dal patrimonio informativo della DIA riferito al primo semestre del 2023 e pubblicato nelle scorse ore, restituisce uno scenario della criminalità organizzata italiana che conferma come le organizzazioni mafiose, da tempo avviate ad un processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti socio-economici ed alla vantaggiosa penetrazione dei settori imprenditoriali, abbiano implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive.

Aspetti che vengono efficacemente posti in risalto dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo, che in occasione dell’audizione del 21 giugno 2023 innanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere ha affermato come “… molti pensano che le mafie siano espressione di … tessuto economico debole e arretrato, una sorta di riflesso della povertà di quelle realtà. La realtà dimostra invece che le organizzazioni criminali sono espressione e strumento di accumulazione della ricchezza economica e di raffinati processi di espansione speculativa … Da questo punto di vista, la cattura di Matteo Messina Denaro e il dissolvimento di una rete di protezione affidata ai pizzini chiude simbolicamente un’epoca … sono ancora sistemi raffinati e profondi che, peraltro accanto ai pizzini, hanno imparato a governare i mercati che si reggono sulle reti digitali”.

A questo proposito, appare di particolare rilevanza tutto il contesto familiare e dei fiancheggiatori che avrebbero reso possibile la latitanza attiva del boss Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 ad opera dei Carabinieri, poi deceduto durante la detenzione il 25 settembre 2023. Una rete logistica estesa ad esempio dall’autista al medico di fiducia, dal soggetto di cui aveva acquisito l’identità alla sorella, arrestata nel marzo 2023 e definita nel provvedimento cautelare emesso a suo carico “fedele esecutrice degli ordini del latitante”, grazie alla quale il boss era in grado di esercitare le funzioni apicali di cosa nostra. Nel suo nome quest’ultima gestiva la cassa dell’organizzazione mafiosa distribuendo messaggi da e per il fratello ed agendo come “… punto di riferimento della riservata catena di trasmissione dei c.d. pizzini…”. Tra i fiancheggiatori del latitante figurano anche la figliaela moglie di un ergastolano, nonché parenti di un elemento di vertice della famiglia di Campobello di Mazara oggi defunto, le quali avrebbero provveduto alle necessità di vita quotidiana del boss, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari per impedire che potesse essere individuato dalle Forze dell’ordine. Ancora, altri soggetti si prodigavano per il ritiro di prescrizioni e documentazionisanitarie dae perlo studio delmedico compiacente o provvedevano, come descritto in un ulteriore provvedimento cautelare, a controllare la “…pubblica via per verificare l’eventuale presenza delle Forze dell’ordine o di altre persone…fornendo al Messina Denaro prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali ed al mantenimento dello stato di latitanza”.

Una particolare attenzione debba essere rivolta anche alla situazione carceraria, non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza all’interno degli istituti. Si pensi all’introduzione di telefoni cellulari o droga. La relazione inoltre, cerca di fare il punto sulla presenza in Sicilia delle organizzazioni criminali come mafia e stidda, ma oltrepassando anche lo Stretto, analizza n’drangheta e camorra e di altre ‘mafie’, anche di quelle straniere, come quella albanese, cinese, nigeriana, romena, sudamericana, ecc.

Uno sguardo alle mafie in Sicilia

In Sicilia convivono diverse organizzazioni criminali, non solo di tipo mafioso. Cosa nostra è attiva in tutte le province, con proiezioni internazionali, mentre la Stidda è limitata alle aree centro-meridionali (Caltanissetta, Ragusa, Agrigento). Nel trapanese, fortemente influenzato in passato dalla mafia palermitana, la figura dominante è stata il boss Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 dopo una latitanza trentennale. Messina Denaro ha rappresentato il punto di riferimento per la mafia trapanese e per il coordinamento di interessi mafiosi nella Sicilia occidentale. Anche la provincia di Trapani è un nodo cruciale per il traffico internazionale di stupefacenti, con organizzazioni mafiose locali impegnate in particolare nel controllo della tratta Marocco-Spagna-Italia, distinguendosi dalle consorterie catanesi più legate al traffico colombiano di cocaina.

Dopo l’arresto di Messina Denaro, Cosa nostra trapanese ha dovuto rimodulare i suoi equilibri interni, in un contesto di maggiore interazione tra le varie articolazioni provinciali e una minore rigidità nella gestione territoriale rispetto al passato. Nonostante la perdita di un vertice unificante, la mafia trapanese continua a mantenere un ruolo strategico nella gestione di interessi criminali regionali e internazionali. Sul piano della legalità, sono stati avviati interventi significativi, tra cui il Protocollo di Legalità sottoscritto a marzo 2023 dal Prefetto di Trapani e altre autorità siciliane per rafforzare le cautele antimafia nella gestione degli appalti pubblici nelle ZES (Zone Economiche Speciali). Anche i sequestri e confische di beni mafiosi hanno dato risultati importanti, contribuendo a indebolire il potere economico di queste organizzazioni.

Il focus della DIA su Trapani

Dopo decenni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro, figura apicale della mafia trapanese, è stato arrestato il 16 gennaio 2023 a Palermo presso la clinica oncologica La Maddalena. Utilizzava una falsa identità per spostarsi, ricevere cure mediche e acquistare un immobile a Campobello di Mazara, dove risiedeva negli ultimi periodi di latitanza. La rete di sostegno includeva familiari, medici compiacenti e vivandieri che garantivano la sua sicurezza e sostentamento.

Ruolo dei fiancheggiatori

  • Sorella: Figura centrale nella gestione della “cassa” mafiosa e nella comunicazione segreta con i pizzini.
  • Familiari di mafiosi: Moglie e figlia di un ergastolano fornivano supporto logistico e comunicazioni codificate.
  • Vivandieri: Fornivano rifugio e assistenza logistica, garantendo discrezione e protezione dai controlli delle forze dell’ordine.
  • Dipendenti pubblici: Alcuni soggetti, come un impiegato del comune, facilitavano la gestione delle sue esigenze amministrative e sanitarie.

Messina Denaro è morto il 25 settembre 2023 nel carcere di massima sicurezza a L’Aquila. La sua assenza apre scenari di riorganizzazione per Cosa Nostra, specialmente nella provincia di Trapani, con possibili nuovi assetti dovuti anche a recenti scarcerazioni.

Operazioni antimafia nel 2023

La mafia trapanese mantiene un approccio “silente e affarista”, evitando la violenza e concentrandosi su estorsioni, traffico di droga e connessioni politico-mafiose. Identificati episodi di contrabbando di sigarette dalla Tunisia e corruzione, come nel caso degli appalti pubblici nel Parco archeologico. Diverse confische di beni immobili e aziende legate a esponenti mafiosi sono state eseguite nel 2023, per un valore complessivo di milioni di euro. Il Prefetto di Trapani ha emesso 12 interdittive antimafia nel primo semestre 2023 contro società sospettate di condizionamenti mafiosi.

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redazione

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