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La colpa è (sempre) degli altri

Nel panorama delle politiche amministrative nel Sud e in Sicilia, c’è una dinamica che si ripete quasi come un copione già scritto: la lentezza, se non addirittura l’immobilismo, nell’attuazione di progetti pubblici e infrastrutture. Se c’è una certezza, è che i tempi di realizzazione risultano sempre “biblici”. Ciò che appare ancora più sconcertante è l’atteggiamento difensivo e auto-assolutorio delle amministrazioni locali, spesso più interessate a vantarsi di piani finanziati, avviati o “in procinto” di essere realizzati, piuttosto che a risolvere effettivamente i problemi. Emblematico è il caso della piscina comunale di Marsala, un impianto abbandonato a causa di un contenzioso tra i gestori e il Comune.

Lavori che si sarebbero dovuti concludere a gennaio 2025 e che avrebbero permesso la riapertura dell’impianto a febbraio ma al momento fermi, mentre l’erba cresce alta e il degrado avanza. Il manto erboso dello Stadio Municipale è un’altra nota dolente: la semina, prevista per lo scorso settembre, è stata posticipata di un mese senza spiegazioni credibili. Aggiungiamo poi la situazione di Palabellina e Palasport, dove da tempo si attendono interventi per risolvere le infiltrazioni d’acqua piovana. La lista è lunga. Se passiamo ai contenitori culturali, la situazione diventa quasi grottesca. Palazzo Grignani, ad esempio, è aperto solo per metà, mentre il Complesso San Pietro ha atteso sei lunghi anni per essere messo in regola con l’impianto antincendio.

La città sembra quasi intrappolata in un limbo di progetti finanziati ma mai avviati, in cui i sogni di sviluppo e rinnovamento si spengono nel nulla, soffocati da un sistema amministrativo che si nasconde dietro scuse ricorrenti. Un’altra costante è il tentativo delle istituzioni di spostare la colpa sugli altri: sui gestori, sulle precedenti amministrazioni a prescindere, sulla Regione, sull’Unione Europea. Mai un’assunzione di responsabilità. È rarissimo sentire un’ammissione di colpa, un “scusate, abbiamo sbagliato”. Ma l’onestà, tra le poltrone del potere, sembra essere merce rara. Lo dimostra chiaramente l’inchiesta sul malaffare trapanese che ha coinvolto anche Marsala con la sospensione di ben tre consiglieri comunali, gettando una luce inquietante sulla gestione pubblica della città. In fondo la colpa risiede anche in noi cittadini, che continuiamo a votare senza senso critico, che accettiamo passivamente la narrativa di chi ci promette cambiamenti mai realizzati. Forse sarebbe il momento di dire qualche “no” anche agli amici che, immancabilmente, si presentano alla porta ogni volta che si avvicinano le elezioni. 

Claudia Marchetti

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