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Operazione Antimafia Ruina, chieste condanne pesanti al Tribunale di Trapani

Sono stati richiesti quasi ottant’anni di carcere per gli imputati del processo legato all’operazione antimafia “Ruina”, che hanno scelto il rito ordinario e sono stati giudicati dal tribunale di Trapani. Il pubblico ministero di Palermo, Pierangelo Padova, ha avanzato la richiesta di condanna per cinque delle tredici persone coinvolte. Gli altri imputati hanno optato per riti alternativi. L’inchiesta, risalente a dicembre 2020 e condotta dalla Squadra mobile di Trapani, ha svelato legami tra mafia e politica.

Venti anni di reclusione sono stati richiesti per Nicolò Picone, il boss di Calatafimi, mentre 16 anni per Salvatore Barone, ex dirigente dell’Azienda municipalizzata dei trasporti di Trapani e presidente della cantina Kaggera di Calatafimi, accusato di essere coinvolto in operazioni di riciclaggio. Secondo il pm, “Pidone dava gli ordini e Barone eseguiva”. In risposta all’avvocato difensore di Barone, che lo ha descritto come “vittima della mafia“, il pm ha ribattuto affermando che “… non si tratta di una persona intimidita, ma piuttosto di qualcuno che ha messo a disposizione della mafia un’importante realtà economica del territorio”. Per Giuseppe Aceste e Stefano Leo sono stati richiesti 10 anni di carcere, mentre per Giuseppe Fanara e Leonardo Urso 13 anni ciascuno. Le arringhe difensive sono previste per il 22 ottobre, con la sentenza attesa per il 31 ottobre.

redazione

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