Categorie: AperturaApertura homeIntervisteProvinciaSanità

Barraco: “Medici trapanesi in trincea, basta burocrazia e violenze. Serve un cambiamento subito”

Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Trapani, Vito Barraco, ha recentemente lanciato un appello importante, rivolto al Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli, in cui solleva tre questioni chiave per la professione medica: la sburocratizzazione per i Medici di Medicina Generale (MMG), la depenalizzazione dell’atto medico e la crescente violenza contro i medici, in particolare nei Pronto Soccorso. Abbiamo approfondito questi temi in una conversazione con lui.

Presidente Barraco, nel suo appello ha parlato di una necessità urgente di ridurre la burocrazia per i Medici di Medicina Generale. Ci può spiegare meglio la situazione?

Certamente. I Medici di Medicina Generale sono una colonna portante del sistema sanitario territoriale, ma oggi si trovano sovraccaricati da incombenze burocratiche che distolgono tempo ed energie dalla loro vera missione: prendersi cura dei pazienti. Siamo costretti a fare i conti con un sistema di norme e procedure amministrative spesso troppo complicate, che rallentano il lavoro e complicano anche la vita dei nostri assistiti. Una sburocratizzazione del sistema permetterebbe di liberare più tempo per le visite e per garantire una maggiore qualità delle cure”.

Ci sono anche questioni relative alla prescrizione dei farmaci, legate alle politiche di contenimento della spesa sanitaria. Che impatto hanno sui medici e sui pazienti?

Le politiche di contenimento della spesa sono necessarie, ma non dovrebbero mai andare a scapito della salute dei cittadini. In molti casi, ci troviamo limitati nella prescrizione di farmaci, e questo rischia di peggiorare la situazione clinica dei pazienti nel lungo termine. Non possiamo pensare di risparmiare oggi, se poi domani si presentano complicanze che richiedono ricoveri o trattamenti più costosi. È vero che il medico è anche un gestore di risorse, ma la priorità deve rimanere il benessere del paziente, non il risparmio a ogni costo”.

Un altro punto cruciale che ha sollevato è la depenalizzazione dell’atto medico. Perché è così importante?

Oggi i medici vivono costantemente con il timore di essere perseguiti penalmente per decisioni cliniche che, spesso, devono prendere in situazioni di emergenza o in condizioni estremamente complesse. È un rischio che non solo compromette la serenità con cui svolgiamo il nostro lavoro, ma incide anche sull’efficacia delle cure. La depenalizzazione dell’atto medico permetterebbe ai professionisti di operare con maggiore tranquillità, concentrandosi esclusivamente sull’interesse del paziente senza paura di ripercussioni legali ingiuste”.

Infine, ha parlato della crescente violenza ai danni dei medici, specialmente nei Pronto Soccorso. Che misure pensa siano necessarie per fronteggiare questa emergenza?

La situazione è molto preoccupante. Gli episodi di violenza, sia fisica che verbale, contro i medici e tutto il personale sanitario, sono in aumento. Questo accade in particolare nei DEA e nei Triage, dove i medici sono in prima linea a gestire situazioni di grande stress. Non possiamo più tollerare che chi si dedica alla cura delle persone venga minacciato o aggredito. Servono interventi concreti: maggior presenza delle Forze dell’Ordine, telecamere di sorveglianza e un serio impegno da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza del personale sanitario”.

Cosa si aspetta dalle istituzioni e dal Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, in risposta al suo appello?

Mi aspetto che ci sia una presa di coscienza forte e unitaria. Il Presidente Anelli è una figura chiave per rappresentare le istanze dei medici a livello nazionale, e sono certo che comprenderà l’urgenza di queste problematiche. Chiediamo che si agisca con determinazione per proteggere i nostri diritti, garantire la nostra sicurezza e permetterci di lavorare con serenità, al servizio della salute pubblica”.

In conclusione, che messaggio vorrebbe inviare ai suoi colleghi medici?

Il mio messaggio è di continuare a lavorare con la stessa dedizione di sempre, ma di non rassegnarsi di fronte alle difficoltà. Dobbiamo far sentire la nostra voce per ottenere le condizioni necessarie a svolgere il nostro lavoro nel miglior modo possibile, per il bene dei pazienti e del nostro sistema sanitario”.

Carmela Barbara

Condividi