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In libreria “Tornanti. Gli ultimi greci dell’Aspromonte” di Barbara-Audino sulle comunità grecaniche

Tornanti. Gli ultimi greci dell’Aspromonte”, con testi della giornalista Carmela Barbara e fotografie di Salvatore Audino, edito da Rubettino, è un’opera che intreccia parola e immagine per offrire un ritratto intimo e suggestivo delle comunità grecaniche della Calabria. Il libro esplora un territorio marginale, ma di grande valore storico e culturale, dove le ultime vestigia di una lingua e una tradizione millenaria resistono, nonostante l’erosione del tempo e il progressivo abbandono. I testi di Carmela Barbara sono al contempo documentari e poetici. L’autrice ci accompagna nei borghi dell’Aspromonte, luoghi impervi e solitari dove la vita si svolge secondo ritmi che sembrano appartenere a un altro tempo. Attraverso il suo sguardo attento e sensibile, emergono le storie degli abitanti, uomini e donne anziani che ancora parlano il greco di Calabria, una lingua arcaica che porta con sé l’eco della Magna Grecia.

Barbara non si limita a un racconto descrittivo, ma riesce a trasmettere le emozioni, i ricordi e il senso di appartenenza profondo che lega queste persone alla loro terra. Il contributo fotografico di Salvatore Audino aggiunge una dimensione visiva potente al racconto. Le sue immagini, scattate con grande maestria, non sono solo un complemento ai testi, ma vere e proprie narrazioni visive. Audino cattura i volti segnati dal tempo degli abitanti, i paesaggi aspri e affascinanti dell’Aspromonte, le case in pietra, le strade tortuose, e i momenti di vita quotidiana. Le fotografie sono impregnate di una malinconia e di un senso di bellezza tragica, in perfetta sintonia con le parole di Barbara.

Il titolo, “Tornanti”, si riferisce sia alle strade fisiche che collegano i paesi dell’Aspromonte, sia alle svolte storiche e culturali che hanno segnato il destino di queste comunità. Queste curve, simbolo dei cambiamenti e delle sfide affrontate dai greci di Calabria, rappresentano anche il lento ma inesorabile declino di una cultura che rischia di essere dimenticata. Il libro è un viaggio attraverso queste svolte, un’esplorazione delle radici profonde e della forza della memoria, ma anche una riflessione sulla fragilità della tradizione. Il testo di Barbara e le fotografie di Audino si fondono in modo armonioso, creando un’opera che non è solo un documento culturale, ma anche un’opera d’arte. La scelta di affiancare parole e immagini permette di immergersi completamente nell’atmosfera di questi luoghi e di comprenderne la complessità. La combinazione di prosa evocativa e fotografia documentaria rende questo libro una testimonianza preziosa e suggestiva. In conclusione, “Tornanti. Gli ultimi greci dell’Aspromonte” è un libro che affascina e commuove. È una celebrazione di una cultura in via di estinzione, ma anche un monito sull’importanza di preservare le nostre radici. Grazie alla sensibilità di Carmela Barbara e alla visione artistica di Salvatore Audino, il lettore è invitato a riflettere sulla bellezza della diversità culturale e sulla necessità di mantenerla viva. Un’opera consigliata non solo agli amanti del Sud Italia e della sua storia, ma a chiunque apprezzi i racconti profondi e visivamente suggestivi.

redazione

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