La possibilità, in sede di applicazione della norma nazionale, di fare prevalere il principio di insularità ed evidenziare che la Sicilia non presenta “scarsità della risorsa”, ossia poche spiagge libere; una revisione delle linee guida per la redazione dei Piani di utilizzo del demanio marittimo; la possibilità di disciplinare in maniera specifica la condizione delle strutture ricettive alberghiere ubicate a ridosso del mare. Sono queste alcune delle proposte dei rappresentanti regionali delle associazioni e dei sindacati dei balneari avanzate durante l’incontro che si è svolto nei giorni scorsi alla Regione.
Imprenditori e istituzioni regionali si sono confrontati per affrontare i temi legati alle concessioni demaniali marittime dopo il recente provvedimento del Consiglio dei ministri che ha prorogato fino al 2027 i termini per adeguarsi alla direttiva Bolkestein. Poi bisognerà dare il via alle gare per dare in gestione le ambite concessioni demaniali. Un tavolo tecnico voluto dall’assessore regionale al Territorio e all’ambiente Giusi Savarino e dal presidente della Regione Renato Schifani. Presenti, oltre all’assessore, i dirigenti del dipartimento Ambiente e del Demanio e i rappresentanti regionali di Anci Sicilia, Sib Confcommercio, Fiba Balneari, Confartigianato Imprese demaniali, Assobalneari Confindustria, Federalberghi, Lega navale italiana, Cna Balneari Sicilia.
In Sicilia secondo quanto emerso dall’assessore Savarino, c’è ampia disponibilità di litorali: “Solo il 17-18% delle coste è impegnato da concessioni demaniali e la legge regionale prevede che si possa arrivare fino al 50%”, per cui secondo i dati regionali, le spiagge libere siciliane sono tante, in realtà. L’assessore al ramo continua: “E’ importante avviare un percorso che possa dare certezze a un comparto prezioso per il nostro territorio, sempre nell’ambito di una cornice normativa nazionale. Si tratta soprattutto di imprese a carattere familiare che danno lavoro a migliaia di persone. È stato un dialogo positivo e costruttivo”.