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Rischio tornado nel Mediterraneo: già 20 eventi estremi in Sicilia negli ultimi giorni

E’ allerta rossa lungo le coste del Sud Europa per le possibili conseguenze dell’arrivo di correnti fresche, balcaniche ed atlantiche, sulle acque di un mar Mediterraneo con temperature prossime ai 30 gradi.

Recentemente, il Cnr ha spiegato che “l’intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi”.

A lanciare adesso l’allarme è l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) sulle Risorse Idriche, attraverso il suo ultimo report settimanale, che evidenzia come negli ultimi 8 giorni l’Italia sia stata interessata da 8 tornado, 50 nubifragi e 104 grandinate anomale. A rischiare di più sono le regioni centro-meridionali che hanno attraversato un’estate torrida (non ancora conclusa), registrando – tuttavia – l’84% dei nubifragi ed il maggior numero di trombe marine.

La Sicilia, considerata la regione che sta soffrendo maggiormente la siccità nel 2024 (secondo alcuni scenari, entro 6 anni l’isola vedrà desertificarsi il 30% del territorio, offrendo paesaggi tipici dell’africano Maghreb), ha accolto l’autunno meteorologico con oltre 20 eventi estremi, tra cui il nubifragio di Sciacca, che ha inondato la città con mm. 97,6 di pioggia in meno di un’ora, corrispondenti ad oltre 1/3 dell’acqua, che cade mediamente sulla città (mm. 272) tra il 1° gennaio ed il 31 agosto. Nel resto della regione, su 29 invasi sono 10 quelli, che non hanno più acqua disponibile, mentre in 7 resta utilizzabile meno di 1 milione di metri cubi: complessivamente, nei bacini dell’Isola, rimangono appena 82,45 milioni di metri cubi, pari al 12% della capacità d’invaso (nonostante le restrizioni ed i provvedimenti d’emergenza, in un mese l’acqua disponibile si è ridotta di ulteriori mln. mc.

A colpire- commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi- è l’apatico fatalismo, con cui l’opinione pubblica sta vivendo una trasformazione epocale. Accanto a sempre più urgenti politiche di adattamento alla nuova condizione climatica, la coscienza dei pericoli, che l’estremizzazione degli eventi atmosferici comporta, è l’indispensabile condizione per prevenire conseguenze drammatiche”.

redazione

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