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La debolezza dei trasporti locali siciliani: puntuali nella media, i più lenti quelli nel trapanese

Il Ponte sullo Stretto non potrà veramente colmare il divario tra Nord e Sud fino a quando l’Italia sarà divisa per velocità e infrastrutture.  “Per lo sviluppo di un’area, anche la rete di trasporti locali è importante e lo stato della rete ferroviaria locale in Sicilia è molto debole”, sottolinea l’Osservatorio Cpi. Carlo Cottarelli e Leoluca Virgadamo citano in un articolo due esempi: “Da un lato i lavori di raddoppio della tratta Palermo-Messina si prolungano da tempo, dall’altro la manutenzione della Palermo-Trapani, passante per Milo, interrotta dal 2013 per una frana, obbliga qualsiasi collegamento con Trapani a procedere passando per Castelvetrano, più che raddoppiando le distanze da percorrere”.

Gli autori analizzano la debolezza dei trasporti locali siciliani, paragonandoli a quelli delle altre regioni d’Italia, calcolando quella che definiscono “velocità di percorrenza effettiva” (VPE), ottenuta come rapporto tra il tempo necessario per raggiungere la destinazione e la distanza spaziale tra i capoluoghi di provincia della Sicilia, della Toscana e del Piemonte. “La VPE dipende da tre fattori: (i) dalla velocità di servizio dei treni sulla tratta; (ii) dai tempi di attesa in caso di cambiamento tra un treno e l’altro; (iii) dalla distanza da percorrere rispetto alla distanza in linea d’aria (che riflette quanto è “complicato” connettere il punto di partenza e quello di arrivo rispetto a un percorso lineare). La bassa VPE in Sicilia rispetto alle altre regioni considerate riflette una peggiore situazione rispetto a tutti questi fattori”, si legge nel testo.

1.370 km di ferrovia, l’8% della rete nazionale. Di questi 1.370 km, solo 223 (il 16%) sono a doppio binario, contro il 46% della rete nazionale. Riguardo al tipo di alimentazione, il 42 per cento delle tratte regionali è alimentato a diesel, contro il 28 per cento delle tratte nazional”, sottolinea l’Osservatorio.

I treni siciliani sembrano essere in linea con quelli nazionali in termini di puntualità: nella media nazionale i treni regionali con un ritardo inferiore ai cinque minuti sono stati, nel 2022, il 94,4 percento in Sicilia, secondo quanto riportato sul sito web della regione, nel 2023 il 95,5 per cento dei treni è stato puntuale. Una nota di colore in un panorama a tinte fosche che però sbiadisce considerando due fattori: il primo è che la regione non riportata la soglia di riferimento per il calcolo della puntualità. Il secondo sono i tempi di percorrenza, molto superiori rispetto a quelli delle altre regioni.

L’Osservatorio Cpi sottolinea innanzitutto, come dopo le 18 in Sicilia viaggiare sia quasi impossibile, un fattore indicativo della debolezza della rete siciliana. Poi mostra la  “velocità di percorrenza effettiva” (VPE) sulle tratte tra i capoluoghi di provincia, confrontandole con quelle di Toscana e Piemonte in due fasce orarie di riferimento (8-9, 14-15). Ebbene “… la differenza di velocità negli spostamenti è evidente: andare da una città all’altra in Sicilia implica lo spostarsi, in media, a 26 km/h – 28 km/h. Rispetto alle altre regioni, la velocità è più bassa quasi del 40%“. Tra le tratte con le velocità più lente, e quindi i tempi di viaggio più elevati, vengono citati i collegamenti da e verso Trapani, che richiedono un tempo di viaggio di un minimo di quattro ore e i collegamenti con Ragusa che richiedono un tempo di percorrenza minimo di cinque ore, a eccezione della tratta Ragusa-Siracusa, dove il viaggio dura due ore per coprire però una distanza di soli 52 km.

La complessità del percorso non è la sola causa della bassa VPE. Le cause sono infatti da ricercare in prestazioni peggiori per tutte e tre le determinanti della VPE”, osservano gli esperti. Quali sono queste determinanti? La velocità sui binari dei treni, 10 km/h inferiore meno rispetto a quelli piemontesi e a 7 km/h in meno rispetto a quelli toscani; il basso sviluppo della rete ferroviaria siciliana che costringe a itinerari più lunghi (53 metri di ferrovia per chilometro quadrato di territorio, contro 64 e 75 metri per chilometro quadrato di territorio rispettivamente per Toscana e Piemonte, e va ancora peggio sul doppio binario); la minor frequenza dei treni: “il numero medio di treni per viaggiare verso i capoluoghi di interesse nella fascia oraria dalle 8:00 alle 9:00 è inferiore a 1 per la Sicilia, contro valori di 1,3 in Piemonte e 2,7 in Toscana. Simili differenze esistono per la fascia oraria dalle 14:00 alle 15:00”, spiega l’Osservatorio Cpi.

redazione

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