C’è tempo fino all’8 settembre per visitare, a Camparìa – Museo dei magazzini della tonnara Florio di Favignana, la mostra Iconic Women di Domenico Pellegrino: un viaggio nel mondo pop attraverso i ritratti luminosi di undici donne, da Raffaella Carrà a Frida Kahlo, a Franca Florio, pensati come un percorso immersivo che coinvolga lo spettatore attraverso tutti i sensi.
Domenico Pellegrino, è un artista siciliano, scultore e creatore di installazioni urbane luminose la cui originale ricerca artistica mescola la tradizione della cultura mediterranea con l’innovazione e la contemporaneità.
Le sue opere sono state scelte da Disney per StarWars. Ha collaborato con grandi brand come Hermés e Dior, ha esposto alla 58esima Biennale Arte di Venezia, a Manifesta12, a Palermo Capitale della cultura. La sua ultima grande installazione è il simbolo di Procida Capitale della Cultura 2022.
Domenico, cosa accomuna le donne iconiche di cui ci racconti a Favignana?
Iconic Women racconta di donne che, con la loro vita e la loro carriera, hanno lasciato un segno nella comunità e nel mondo in cui hanno vissuto, che con la loro forza e tenacia hanno fatto da guida, da musa ispiratrice o punto di riferimento per gli altri. Donne che hanno determinato un cambiamento intorno a sé. Inoltre, in ogni luogo dove la mostra arriva, mi ispiro ad una figura legata al territorio: in questo caso, ho scelto Franca Florio.
Si tratta di un viaggio multisensoriale. Cosa dobbiamo aspettarci?
Non è una mostra statica, di quelle in cui si appendono i quadri e basta. È una mostra che è cresciuta via via. I visitatori potranno scaricare gratuitamente un’app che permetterà loro di vedere queste grandi opere animarsi. C’è dunque un ritorno da parte dell’opera stessa e un’interazione con il visitatore che potrà registrare o scattare foto. Volevo inoltre che queste donne raccontassero qualcosa. Ogni opera è così accompagnata da un testo: racconti scritti da Eleonora Lombardo, frutto della fantasia dell’autrice, ma ispirati alla loro vita vera. E, poiché sono testi stupendi, ho voluto che delle voci femminili li interpretassero, affinché il senso di quelle parole potesse arrivare ancora più in profondità.
Undici donne, tutti nomi noti del mondo dello spettacolo, hanno così prestato la loro voce alle icone in mostra. Ma non è finita: ho inciso dei vinili. Inquadrandoli, è possibile sentire sul proprio smartphone l’audio del testo recitato da ognuna di loro. Sul lato B del vinile c’è inoltre una raccolta di musiche ispirata a queste donne che è stata selezionata da Donatella Sollima, direttrice artistica dell’Associazione Siciliana Amici della musica. Il disco stesso diventa così opera d’arte.
Tu credi dunque nella connessione fra le varie forme d’arte?
Si, molto. Quando faccio grandi istallazioni mi piace sempre accendere qualcosa in un altro artista, che può essere un musicista, un poeta, uno scrittore, e passare, in qualche modo, il testimone. Credo che questo scambio sia alla base della crescita culturale di un luogo. È sempre stato così nella storia del mondo.
Perché la luce attira così tanto la tua attenzione?
È un simbolo di rinascita. Penso a quando veniamo al mondo, ad un faro che segna l’arrivo in un porto, al ruolo che ha nelle religioni. La luce è legata ad un momento rassicurante, di cui abbiamo bisogno soprattutto in un momento storico come questo, segnato da guerre e insicurezza. La luce è un elemento che è in grado di catturare l’attenzione. Durante le mostre, noto spesso come attiri gli spettatori, li faccia stare bene e li rilassi. Dalla luce, l’attenzione poi passa alla storia che sto raccontando. Amo raccontare storie del Mediterraneo e dei luoghi dove mi trovo.
C’è molta Sicilia nelle tue opere. Quando conta nella tua attività l’essere siciliano?
È il mio punto distintivo, quello che mi rappresenta. Vivendo in Sicilia cerco però di trasformare in chiave contemporanea tutto quello che abbiamo sotto gli occhi. È il caso dei pannelli grandi e dipinti o delle luminarie con le lampadine frontali, anziché laterali. Ho ripreso anche, in forma più lavorata rispetto a come la facevano tanti anni fa, la pittura sulle luminarie. Le luminarie colorate fanno parte della nostra tradizione e le uso per formare disegni e storie.
Tra le tue opere più famose c’è la collezione dei Supereroi. Le hai portate in giro per delle “Incursioni”…
Mi piace l’idea di collocare le mie opere in posti che stanno rinascendo come palazzi bellissimi ma abbandonati o chiese riaperte. Cerco di dare a queste istallazioni uno scopo sociale, di fare un lavoro sul territorio, creando qualcosa che possa coinvolgere la gente e i ragazzi in modo particolare. Credo che l’arte debba essere condivisa e partecipata.
In occasione della mostra Iconic Women si svolgeranno a Camparia, per tutto il mese di agosto, una serie di serate dal titolo “Una Notte al Museo”, che offrono ai visitatori delle particolari esperienze e li accompagnano nel mondo di Domenico Pellegrino.