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Cattedrale di Mazara, nuovo allestimento per il Crocifisso

Il Crocifisso della prima metà del ‘400, appartenente al patrimonio della Cattedrale di Mazara del Vallo, ieri è stato collocato all’interno della cappella del ‘300, insieme alla statua della Madonna Addolorata. Il nuovo allestimento – supporti per i simulacri e illuminazione – è stato progettato dall’architetto Davide Cambiolo su indicazione del parroco don Edoardo Bonacasa ed è stato presentato ieri sera, alla presenza, tra gli altri, del Vescovo monsignor Angelo Giurdanella.

Il Crocifisso realizzato proprio per la chiesa Cattedrale rimase collocato nel transetto di sinistra fino al 1913, quando fu tolto e messo all’interno dell’aula capitolare perché al suo posto fu sistemato il ciborio di Antonello Gagini realizzato nel 1532 e proveniente dalla chiesa San Michele di Mazara del Vallo. Nel 1988 il Crocifisso fu trasferito in un altro luogo di culto e nel 2021 è tornato nuovamente in Cattedrale. L’allestimento all’interno della cappella del ‘300 valorizza sia le due straordinarie opere d’arte che quest’angolo della chiesa. Si tratta, infatti, di un vano dell’antica Cattedrale che, fino al 1975, fu utilizzato come camera del tesoro. Poi dagli anni ’80 ospitò il Crocifisso del 1230, opera che oggi, invece, è collocata sotto l’arco trionfale nella navata centrale della Cattedrale.

Insieme al Crocifisso, nella cappella del ‘300, si può ammirare la statua della Madonna Addolorata, restaurata qualche anno addietro dallo studio Teri di Partanna. I supporti che sostengono le opere sono stati donati dall’azienda “Bianco e Lanza”. «Sono stati realizzati in ferro – chiarisce l’architetto Davide Cambiolo – in particolare quello che supporta il Crocifisso pesa 500 chili circa, proprio per bilanciare la spinta della croce. È stato realizzato con tre elementi saldati, proprio per snellire quanto più l’impatto estetico». «Le due statue insieme ci aiutano a interiorizzare nella fede il mistero dell’incarnazione e della Passione del Signore. Un’altra perla di bellezza che doniamo alla città», ha detto don Edoardo Bonacasa.

redazione

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