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La siccità è l’ennesima tegola sulla testa del Sud e della Sicilia in particolare. Come se l’emergenza rifiuti non fosse già abbastanza. Si prosciugano i laghi, ci sono scarse piogge, le dighe disperdono acqua piovana in mare non avendo l’autorizzazione per contenere un certo numero di metri cubi e gli agricoltori non riescono a irrigare tutte le terre, con gravi perdite di colture, allevamenti e di denaro. L’allarme è serio, serissimo. Ma al momento le istituzioni dell’isola preferiscono non ‘gettare il panico’ nella popolazione e nei turisti principalmente nel periodo estivo. Mentre organi di informazione internazionali quali Cnn o New York Times dicono – o almeno questo è quello che trapela da Oltreoceano – che i turisti scappano dalla arida Sicilia, dall’altro canto Federalberghi fa sapere che il flusso turistico nell’isola continua senza sosta e il Presidente della Regione lancia appelli contro le fake news. Secondo Renato Schifani infatti, l’informazione è sempre a caccia della notizia, di una “spregiudicata strategia di mercato” e che non è vero che i turisti sono in fuga. Poi ha parlato pure dei tanti finanziamenti per l’approvvigionamento idrico. Di fatto, ci piacerebbe sapere cosa al momento è stato realizzato in termini di interventi in pozzi, dissalatori, dighe. Qualcosa sembra muoversi in Provincia di Trapani ma a passo di lumaca.

A Schifani verrebbe da rispondere che ben presto più che i turisti, a scappare via saranno i cittadini stanchi dell’acqua che manca perchè le condotte sono vecchie, stanchi di non poter irrigare liberamente, di avere problemi con la raccolta della spazzatura quando proprio le Pubbliche Amministrazioni chiedono di differenziare, stanchi, di contro, nel vedere discariche a cielo aperto che minano la nostra salute. Presidente Schifani, l’elenco per lasciare questa terra ricca di storia, archeologia, mare, natura, è lunghissimo. Potremmo aprire capitoli infiniti sull’assenza di infrastrutture, sui trasporti ferroviari lenti e vecchi, sulle strade disastrate e la mancanza di illuminazione pubblica. Potremmo parlare della battaglia che lei dovrebbe guidare contro l’autonomia differenziata che taglia le gambe al Mezzogiorno anzichè pensare al Ponte sullo Stretto. Potremmo dire tante cose che non vanno. Ma forse è anche tempo di preoccuparci sul serio, altroché.  

Claudia Marchetti

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