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Sicilia a secco, Italia spaccata in due per le piogge e Schifani lancia appelli anti-fuga

Estate calda e con poca acqua in Sicilia, a causa delle scarse piogge, mai così poche da oltre 20 anni, e per una rete idrica vetusta. In parte dell’isola si corre ai ripari con razionamenti, nave cisterna militari e la minaccia di multe a chi spreca la preziosa risorsa. Le maggiori criticità si registrano, storicamente, nell’Agrigentino dove venerdì, a Licata, è arrivata la nave cisterna ‘Ticino’ della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua destinati a mitigare gli effetti della crisi idrica nell’area.

Un intervento sollecitato dal governatore Renato Schifani che spiega come la Regione si stia “impegnando con tutte le forze, non soltanto per arginare l’emergenza, ma per risolvere definitivamente una serie di problemi strutturali che si trascinano da anni”. Tra gli interventi quello effettuato nel lago Biviere di Lentini, nel Siracusano, dove, da ieri, è entrata in funzione la prima delle due pompe di sollevamento che permette un prelievo di circa 400 litri al secondo per acqua destinati a irrigare circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania. Nei prossimi giorni sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. “Apprezzamento per l’intervento” è espresso dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il presidente della Regione, alla luce anche dei numeri degli arrivi in crescita nell’isola, ricorda che “i turisti possono venire in Sicilia con assoluta tranquillità, senza timori di sorta per la disponibilità dell’acqua”. “Nessuno nasconde che stiamo affrontando un periodo di siccità con pochi precedenti, ma – precisa Schifani – il governo della Regione sta profondendo ogni sforzo per garantire la disponibilità idrica, facendo fronte agli errori e alla mancanza di programmazione del passato”.

Si cerca di porre rimedio alla carenza cercando pozzi nuovi e riattivando alcuni che erano stati abbandonati per l’elevato costo delle bollette elettriche. Un aiuto alla situazione potrebbe arrivare anche dai dissalatori, ma i tempi per la loro realizzazione e l’attivazione non sono brevi, si parla di almeno 18 mesi, e l’acqua depurata avrebbe un costo alto, si stima circa tre volte di più.

Secondo i dati Ispra, l’Italia è spaccata in due. Il distretto delle Alpi orientali, quello del fiume Po e il distretto dell’Appenino settentrionale sono in condizioni di normalità. Il distretto dell’Italia centrale ha invece uno stato di severità media, “seppur nelle Marche si registrano al momento situazioni di particolare criticità nel territorio dell’ATO5-Marche Sud (Provincia di Fermo e Ascoli Piceno) e nella Regione Umbria si registrano diminuzioni delle portate di sorgenti e corsi d’acqua e, inoltre, si osserva un ulteriore abbassamento del livello del Lago Trasimeno“. Nel Pesarese spazio ad appelli col megafono in strada per scongiurare sprechi. Stato di severità media al Sud e in Sardegna, alta in Sicilia dove gli allevamenti sono in difficoltà.

redazione

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