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Giovanni Mattaliano, compositore e poeta in viaggio verso nuovi linguaggi. L’intervista

Giovanni Mattaliano compositore, concertista, poeta e docente di Clarinetto jazz e nuovi linguaggi al Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, ci parla di “Elementi poetici un viaggio di bellezza contemporanea“.

Quali prospettive artistiche vivono in questo periodo nel mondo della musica e dell’arte in generale?

Il divenire attraversa le stagioni del pensiero dove ogni forma è allineata tra le universali scene dell’Arte contemporanea. Ogni frase può essere oggi reinterpretata se il creator entra negli incanti della limpidezza, l’acqua è fonte di vita e libertà come ogni altro elemento della natura. Nulla è in confusione nel gioco dei cristalli luminosi, le scene sono vive e libere in ogni luogo desiderato dai fiati dell’amore. Il potenziale creativo della genesi si esprime poeticamente, è un solo che vola lungimirante tra i disegni satirici della fraterna fantasia, in attesa di nuove armonie.

Raccontaci le relazioni tra suono e poesia dei tuoi nuovi concerti creativi

Quest’anno il 21 giugno 2024 nella giornata mondiale della musica, presso il Chiostro dell’Abbazia Benedettina di San Martino delle scale, ho portato in scena con l’Art Clarinets Group un’ennesima idea che ho chiamato “Abbracciati dal Suono” la cui omonima poesia introduttiva si esprimeva così:

Sovrapposti dagli immortali respiri sonori,

dove il silenzio si annulla,

sperduti, noi forestieri con occhi sopra la vista di ogni raggio,

danziamo la passione rotolando tra i picchi sonori, alla ricerca di attimi di realtà.

Risonanze alleggerite da immortali speranze,

accompagnate da note vestite di mezzi colori, brevi e da dibattere oltre il cuore,

immerso a ripulire la vista di ogni armonia

Tutto vibra e gli invisibili abbracci si inchinano al magico potere delle stelle divenute suoni di verità.

Ogni tono canta l’amore vivendo di soli abbracci, schierandosi oltre ogni parola, confusa nel ricomporre ciò che non mente. (Giovanni Mattaliano 20 maggio 2024, dedicata a chi ama abbracciarsi)

Nutrirsi di poesia quanta immaginazione arricchisce e perché ritorna nel tempo.

Sì poeta per animare i segni di ogni bellezza, Antifonte filosofo e poeta greco diceva: “…ogni individuo di pura ragione ha bisogno di mostrare la propria intima conflittualità immedesimandosi dentro più verità. La parola nella più alta espressione poetica sviluppa un libero confronto di opinioni che mirano ad una vera e propria pacificazione della vita sociale…”. I versi sono pennelli di meravigliosi colori che ammaliano tutte le strade del mondo ricamandone pure amicizie, come cantate di rime accese dall’ardore del piacere racchiuso in un rituale poetico.

Se volessimo riportare il senso dell’infinito tra le percezioni sonore, quali virtù si potrebbero contemplare?

L’infinito a mio avviso risiede in ogni attimo non può essere percepito attraverso le porte del tempo, sarebbe solo il ripetersi di un’impresa teatrale già immaginata da immensi autori come lo stesso Luigi Pirandello. Se ancora oggi la poesia considera l’infinito un ode al canto si potrebbe interpretare con simil versi:

Distinti universi, voi regnanti di quell’ attimo nascosto, irradiate i sensi, loro strade della vastità, occhi posti oltre ogni orizzonte. La musica percepisce il confine di ogni infinito coadiuvata dall’istinto e dall’intuito e lo realizza felice di aiutare la percezione dei poeti. Mi piace pensare che il suono sia la barca di un raggio infinito accostato da ogni fantasiosa poesia. L’una, remo dell’altra.

Cosa ti affascina ancora del tuo essere musicista e didatta?

La constatazione di essere libero di guardare le stelle come se fossero occhi di esseri viventi, la luce delle stelle non abbandona mai lo sguardo e suggerisce nuove idee ma per molti è solo una bella sensazione. In ambito didattico mi piace stimolare la multipotenzialitá del grande talento, spesso nascosto poiché privo della coscienza del proprio splendore. Il suono è filosofia, intimità, canto libero e anima letteraria insieme. Il pianeta della musica lo viviamo così, dentro e fuori la bellezza popolare continuando a distinguersi dal resto delle cose. In questa grande visione di riservatezza, l’arte dei suoni continuerà ad affascinare gli artisti di tutto il mondo.

Cosa ti emoziona della semplicità di un bambino nel vederlo suonare?

Sono loro i veri grandi uomini della terra, non provano invidia e sono creativi in ogni attimo della loro giornata, non fanno distinzione né di razza né di religione e amano il loro prossimo. In musica sono unici, sorridono sempre e sono figli dell’Arte. Mi diverte essere come loro, la musica insegna sin da piccoli a rimanere umili e semplici, gentili e disponibili verso tutti, questo è il più bel messaggio di chi nasce puro.

Come miglioreresti oggi le vedute artistiche del talento musicale?

L’ispirazione dovrebbe essere alimentata da continue curiosità, l’esplorare tutte le forme d’arte come la pittura, la scultura, la danza, la poesia e la recitazione, amplierebbe la prospettiva culturale ed emozionale di ogni talento musicale di qualsiasi età. Sarebbe auspicabile vedere le abili intelligenze sperimentare il coraggio creativo in tutte le direzioni possibili, affinché possano scoprire la vera libertà della propria voce artistica ma in effetti sono anche convinto che ciò già accade tra i percorsi sensibili di tanti artisti.

Hai realizzato numerosi spettacoli creativi e con nuove musiche, oggi che tipo di scena ti piacerebbe immaginare?

La migliore scena è quella della fantasia ed è sorella mia, risponde alla vita ed è la mia favorita, si immerge nello stagno ed irrompe in ogni angolo, quando vaneggia si piega al triangolo, è immortale e governa la natura e di ogni calice colorato beve il seme di ogni scrittura. Tutto ciò va oltre il gioco e nell’isola ogni bachata finisce a risvegliar ogni coppia spensierata.

redazione

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