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Marsala 2025, Safina pensa al dopo Grillo: “Serve un centrosinistra aperto al civismo” VIDEO

La politica provinciale guarda con crescente interesse Marsala, che sarà l’unico tra i principali centri del territorio ad andare alle urne nel 2025 per le elezioni amministrative. A seguire con attenzione la situazione c’è anche il deputato regionale dei democratici Dario Safina, che nei giorni scorsi ha tenuto un’iniziativa in città, proponendo un tempo nuovo per il Pd lilibetano, da alcuni mesi senza guida in seguito alle dimissioni della segreteria comunale.

Da dove può ripartire il Pd a Marsala?

Abbiamo lanciato assieme ad altri dirigenti e militanti l’iniziativa “Pd tra la gente, un altro tempo è possibile”. Un altro tempo deve essere possibile anche a Marsala, dove si registrano da anni crisi e fibrillazioni che hanno consegnato la città a un governo debolissimo, con poche idee confuse, che non affronta i problemi strutturali di Marsala. Il Pd deve ripartire, spero che il gruppo dirigente regionali indichi al più presto una via d’uscita da questa situazione. Noi siamo disponibili a dare una mano. E’ chiaro che ci sono difficoltà che vanno risolte e sensibilità che vanno amalgamate, non nell’unanimismo ma in un’idea alternativa alla Giunta Grillo, che si è salvata da una mozione di sfiducia ma evidentemente non aggrega la classe politica, i cittadini, i corpi intermedi e sta producendo gravi danni, dando la sensazione di un’amministrazione chiusa in una campana di vetro. Io credo che Marsala abbia invece bisogno di un’amministrazione aperta, che a partire dal centrosinistra può aggregare forze civiche esterne. Ma occorre un Partito Democratico forte: per questo serve lanciare una campagna di tesseramento, con la consapevolezza che dobbiamo capire cosa abbiamo sbagliato in passato per evitare che l’errore si ripeta, che tutti siamo utili e nessuno indispensabile, che non esiste una parte buona e una cattiva del Pd. Il centrosinistra però non è bastevole: occorre mettere assieme tutti quelli che hanno a cuore il futuro di questa comunità, che deve essere guida per la provincia. La provincia di Trapani ha bisogno che Marsala sia amministrata bene. Ma per fare ciò non basta un quadro politico compiuto, ma c’è bisogno di allargare alle migliori forze che questo territorio esprime

Fino a dove può estendersi il perimetro di questa coalizione?

Penso che debba estendersi fino a quelli che condividono lo stesso programma. Si sottoscrive un patto di governo, si individuano le donne e gli uomini che lo devono portare avanti e, eventualmente, si individua il candidato sindaco con le primarie, che non sono uno strumento esclusivo del Partito Democratico. Il Pd potrebbe avere una sua proposta, altri potrebbero averne una diversa, ma potrebbe esserci anche una proposta proveniente dal civismo. Un tavolo di confronto va aperto anche con quelle forze sane che quasi cinque anni fa hanno sostenuto Grillo e che adesso sono critiche. L’importante è che il tavolo di confronto non sia gestito solo dai consiglieri comunali, ma devono tornare i partiti e i gruppi civici che si stanno costituendo.

C’è un nome che potrebbe incarnare meglio degli altri un progetto di questo tipo?

Cinque anni fa feci un nome e si scatenò un casino… Da parte mia non ci sarà mai un nome, i nomi devono provenire dai tavoli marsalesi. Se poi mi verrà chiesto un consiglio, in virtù dell’autorevolezza che mi conferisce la carica che ricopro, non mi sottrarrò. Penso però che la prima cosa da costruire non è il nominativo. Spero che ci siano più personalità, da mettere al servizio della comunità. Intanto avviamo il percorso politico, avviamo il percorso che deve mettere il Pd al centro di questo ragionamente. Ci vuole un Pd forte, con un gruppo dirigente riconosciuto, che sappia tenere la barra dritta rispetto all’obiettivo: portare una coalizione moderna e progressista al governo di questo territorio.

Marsala ha tante questioni irrisolte. In questi giorni si è riproposta la questione del kitesurf nella Riserva dello Stagnone, argomento che chiama in causa anche l’organo regionale. Qual è il pensiero dell’onorevole Safina a riguardo?

Tengo a dire che gli attacchi a Legambiente sono ingenerosi, perchè Legambiente in questi anni ha dimostrato di essere un’associazione ambientalista matura, capace di legare lo sviluppo del territorio alla tutela ambientale, come sulla vicenda dei parchi eolici off shore. E’ pacifico che in un Paese come l’Italia le regole vanno rispettate. Se sono necessari gli studi ambientali per determinate attività, occorre fare gli studi ambientali. Se gli studi ambientali dicono che il kite è compatibile, bene. Altrimenti, bisogna farsene una ragione. Io penso che si possano trovare le ragioni della compatibilità, ma il Comune deve fare la sua parte. Il problema principale non sono le vele, che possono essere disciplinate in determinati orari. Ma il Comune deve effettuare i controlli. Se non ci sono le autorizzazioni per fare discoteca, non è possibile fare discoteca a cielo aperto nello Stagnone senza che nessuno controlli. Perchè non creare un piano parcheggi per ridurre le attività antropiche? Se già regolassimo questi aspetti, ridurremmo le attività antropiche e si creerebbe quell’equilibrio che consentirebbe di svolgere l’attività sportiva senza pregiudicare gli scopi per cui abbiamo istutuito la Riserva. Se tutto deve essere selvaggio, abbiamo smarrito il valore della Riserva. Penso che la Riserva possa essere un grande attrattore turistico e ambientale per il territorio. E’ vero che le Riserve hanno poche risorse, ma penso che si potrebbe recuperare il progetto del Parco Nazionale delle Isole Egadi e del Litorale Trapanese, includendo anche lo Stagnone nell’Area Marina Protetta: avremmo uomini, donne, operatori esperti che controllano lo stato della biodiversità e regole di gestione del Parco più attente, che consentano di individuare le attività antropiche da svolgere o meno. L’equilibrio si può trovare, ma la strada non è rincorrere i tifosi, come fa la Giunta Grillo, magari per avere qualche voto in più da parte delle scuole di kite. Dobbiamo fare politica, mettendo al centro gli interessi del territorio, anche confliggenti, con l’obiettivo di riportarli in equilibrio. Del resto, questa città ha bisogno del Piano regolatore: non mi pare che l’amministrazione Grillo abbia fatto molto in tal senso. Probabilmente, se all’interno del Piano regolatore si individuassero le attività da svolgere nella Riserva, avremmo risolto gran parte del problema. Se dobbiamo dare qualche regola in più per gli operatori del kite, ben venga, non penso che Legambiente si metterà di traverso. Se poi non si possono far volare mille vele in un giorno, dobbiamo dire che mille vele in un giorno non possono volare. Altrimenti, tanto vale non fare più la Riserva.

Vincenzo Figlioli

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Tags: Dario SafinaMarsala 2025