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Dall’Unità d’Italia e dai morti per la Patria all’Autonomia differenziata

E’ stata approvata ed è diventa Legge la Riforma dell’Autonomia differenziata. Questa, conferendo nuovi ed ampi poteri alle regioni ordinarie, consentirà alle realtà del Nord Italia di incrementare servizi, investimenti, produttività e miglioramenti della qualità di vita dei cittadini. Cosa succederà in quelle del Sud, eufemisticamente dette in via di sviluppo, ma che di fatto versano in un diffuso stato di arretratezza economico-sociale rispetto al Nord? Saranno garantiti i livelli egualitari delle prestazioni prescritti dai principi fondamentali della Costituzione? Così, dopo 164 si spacca l’UNITA’ della Nazione Italiana?

Il prof. Elio Piazza del Centro Studi Risorgimentali Garibaldini si interroga sull’ultima legge italiana ripercorrendo la storia del nostro Paese a partire dall’Unità d’Italia e dallo Sbarco dei Mille a Marsala, i morti per la patria, che hanno tracciato un solco profondo proprio per la compattezza del Paese.

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E proprio sull’UNITA’ d’Italia la storia del Risorgimento ricorda la tragica  fine di un volontario garibaldino morto per le ferite riportate nella battaglia di Calatafimi del 15 Maggio 1860. Si chiamava Francesco Montanari, nato a Mirandola (Modena) nel 1822; era prossimo alla laurea in ingegneria edile quando, nel 1848, corse alle armi per la prima guerra d’Indipendenza. Prese parte poi all’avvento della Repubblica Romana e visse di cospirazione per la Unità d’Italia  accumulando arresti e prigionie. A Calatafimi, ferito gravemente al ginocchio e femore della gamba destra, fu trasportato a Vita e affidato alle cure del medico Lampiasi di Salemi. In seguito all’amputazione dell’arto, la cancrena lo condusse alla morte il 9 giugno 1860.

Anche il nostro concittadino Vincenzo Maltese, giovane medico al seguito dei Mille, assistette alla sua morte e raccontò al concittadino Antonio Frazzitti, autore dei Saggi Poetici pubblicati a Marsala nel 1861, le ultime parole del volontario di Mirandola. Eccole: “Eh via, non siamo ragazzi, pensiamo piuttosto a sollevarci tutti come un uomo, per rendere libera questa terra ch’ era una, che dev’esser una, che sarà una”. Il Frazzitti riporta l’episodio a pagina 39 dei suoi Saggi Poetici (Ed. De Dia – allegato) che contengono anche un’ Epigrafe ed un Carme dedicati a Francesco Montanari.

redazione

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