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Mazara verso le elezioni, il nemico più pericoloso è l’astensionismo

Si grida al sold out, come se ci fossero biglietti in vendita, al successo nel vedere le piazze gremite per i propri comizi, a celebrare il proprio programma politico-amministrativo e la bontà dei propri candidati. Senza scordare, per ognuno, la convinzione di trionfare al primo turno. E, in egual modo, a mettere in risalto le falle di candidati e programmi avversari e delle liste a supporto. Con attacchi più o meno diretti. La campagna elettorale a Mazara del Vallo si è ufficialmente accesa. Il voto si avvicina, i cittadini mazaresi saranno chiamati alle urne per decidere il futuro della propria città sabato 8 e domenica 9 giugno, in contemporanea con le Europee e tra le strade, nei bar, in centro o sul lungomare cresce il fermento e il dibattito politico è sempre più acceso.

Tre i candidati al ruolo di primo cittadino: il sindaco uscente Salvatore Quinci, appoggiato da cinque liste, l’avvocato Vita Maria Ippolito, anche lei con cinque liste a supporto e l’onorevole Nicola Cristaldi, con quattro liste. Ogni candidato sindaco ha dunque i suoi due antagonisti da fronteggiare, oltre a degli eserciti di candidati consiglieri che si annunciano più agguerriti che mai. Il nemico più pericoloso per la democrazia resta però quello rappresentato dal numeroso partito degli astensionisti, coloro che si disinteressano, che non sanno o non vogliono scegliere. Il sold-out alle urne, insomma, è pura utopia, una chimera. E gli astensionisti, col loro non-voto, potrebbero essere altrettanto determinanti rispetto a chi si recherà alle urne.

Che l’astensione sia il vero pericolo lo dimostrano i numeri e la storia recente delle tornate elettorali per le amministrative. Nel 2019 si ebbe infatti un’affluenza del 65,02%, ovvero 28.329 votanti su un totale di 43.567 elettori. Cinque anni prima, nel 2014, votò il 72,74% degli aventi diritto, ovvero 31.428 votanti su un totale di 43.208 elettori. Anche in quel caso si ebbe la contemporaneità con le Europee e in entrambi i casi, 2014 e 2019, le donne votanti superarono gli uomini. Andando ancora più indietro nella storia delle amministrative a Mazara del Vallo, nel 2009 l’affluenza alle urne fu del 77,37%, ovvero 32.610 votanti su un totale di 42.148 aventi diritto al voto. Un dato, quest’ultimo, che addirittura superò quello del 2004, quando a votare fu il 76,58% degli aventi diritto.

Poco spazio probabilmente, nel corso di questi mesi, è stato dedicato a coloro i quali non hanno intenzione di andare a votare. Più ci si avvicina al voto e più la propaganda elettorale recita un ruolo preponderante. Anche sulle questioni più delicate riguardanti la città, ritenute tutte quante, e da tutti, una priorità. Bisognerà poi vedere come queste varie tematiche, dall’ospedale alla pista ciclabile, dal dragaggio al turismo fino alla pesca – solo per citare alcuni dei cavalli di battaglia più frequenti – saranno trattate nei prossimi mesi, quando la nuova amministrazione si sarà insediata. E quali saranno, con i fatti, le reali priorità. E probabilmente le continue accuse o certe parole di fuoco, che arrivino dal palco di un comizio o da un video social, difficilmente convinceranno un astensionista convinto ad andare a votare. In tal senso, sicuramente, si sarebbe potuto fare di più.

Luca Di Noto

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