Il ricordo di chi c’era in un’ideale staffetta con le nuove generazioni a cui, adesso, tocca l’onere di tenere vivo il rigore morale di chi si è opposto alla mafia, anche negli anni in cui sembrava invincibile.
Questo il senso dell’iniziativa organizzata dalla sottosezione di Marsala dell’Anm in occasione del 32° anniversario della Strage di Capaci, in cui Cosa Nostra uccise brutalmente il giudice Giovanni Falcone, la moglie (nonché magistrato Francesca Morvillo) e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Dopo un primo prologo presso la talea dell’albero Falcone, nello spiazzale antistante il Palazzo di Giustizia, durante il quale la presidente della sottosezione Anm Maria Milia ha sottolineato il valore della memoria, i partecipanti si sono spostati all’interno del Tribunale, presso l’aula “Borsellino”, dove ha preso la parola la presidente Alessandra Camassa, che ha ricordato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non abbiano cambiato soltanto la storia d’Italia e della Sicilia, ma anche della magistratura, dando un prezioso contributo tecnico alle indagini sulla criminalità organizzata. A seguire, gli interventi del presidente dell’Ordine degli Avvocati, Giuseppe Spada, del dirigente amministrativo del Tribunale di Marsala, Fabio Maiani, dell’assessore Francesco Marchese (in rappresentanza del Comune di Marsala), del segretario dell’Anm Massimiliano Alagna e del procuratore Fernando Asaro, che ha presentato Giovanni Paparcuri come un testimone diretto della “guerra civile” che si combatté tra Cosa Nostra e lo Stato tra gli anni ’80 e gli anni ’90.
Con una testimonianza molto toccante, Paparcuri – scampato miracolosamente all’attentato in cui rimase ucciso il giudice Rocco Chinnici – ha ricostruito le tappe principali della sua vita professionale, scandita dalla collaborazione con i magistrati del pool di Palermo (lo stesso Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino). Diversi gli aneddoti raccontati, tra il sorriso – per certi ricordi della quotidianità lavorativa – e la commozione per il tragico epilogo toccato ai tre giudici, ma anche a Beppe Montana e Ninni Cassarà, protagonisti di primo piano nella lotta alla mafia. Dopo aver ascoltato le letture e ammirato le opere presentate dalle delegazioni degli istituti superiori di Marsala che hanno partecipato all’iniziativa, Paparcuri ha concluso rivendicando il privilegio di aver lavorato al fianco di tanti straordinari servitori dello Stato, invitando gli studenti a fare la propria parte per non rendere vano il loro sacrificio.