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Europee, Leoluca Orlando si candida a Bruxelles: “Basta con atteggiamenti coloniali”

Ha ufficializzato la sua candidatura al Parlamento europeo nella circoscrizione Isole come capolista di Alleanza Verdi Sinistra. Stiamo parlando di Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo che si è dichiarato pronto a una nuova sfida per portare in Europa la voce del Mediterraneo con la sua centralità, ma anche la questione dei migranti e la lotta alle disuguaglianze. “Una candidatura nata dalla sollecitazione che ho avuto, congiuntamente, da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e dalle forti insistenze dei leader europei dei Verdi che hanno chiesto di candidarmi per portare nel Parlamento europeo la mia esperienza ma anche una voce dal Mediterraneo, carico di problemi ma anche di potenzialità”. Chiaro anche il motivo che lo ha portato a una rottura col Pd: Una scelta di libertà, coerenza e futuro. Credo che AVS sia una presenza importante tra quelle forze progressiste che dovrebbero con coerenza essere una opposizione oggi e un’alternativa domani a questa destra. La chiarezza delle posizioni di Verdi e Sinistra mi ha fatto accogliere la proposta congiunta”.

Orlando fu già parlamentare europeo dal ’94 al ’99 proprio con i Verdi e Liberi dalla Paura è il claim scelto in occasione della campagna elettorale: “L’Unione Europea può svolgere un grande ruolo nella libertà dalla paura, nel riconoscimento del diritto alla pace e contro la folle corsa agli armamenti. L’UE deve essere coerente con le ragioni fondative, perché è nata abbattendo le frontiere di guerra e di odio della Seconda Guerra Mondiale, fu un’innovazione democratica che tiene insieme popoli diversi. Porterò al Parlamento europeo tutta questa serie di aspettative dei diritti”. Liberi dalla paura è il claim scelto dall’ex europarlamentare in vista di questa campagna elettorale: “Sono convinto che le libertà fondamentali siano quelle di parola e di credo, oltre alla libertà dalla paura, questo significa pace, la guerra è la dittatura della paura. Bisogna impegnarci per liberare dalla paura i palestinesi vittime del genocidio, i migranti vittime del Mediterraneo, i lavoratori che non possono essere condannati a morire perché lavorano, le donne vittime di maltrattamenti e violenze, i giovani rispetto al futuro. Insomma, la libertà dalla paura di non farcela. C’è anche la questione ambientale, climatica e i rischi idrogeologici. Per essere liberi dalla paura c’è un solo modo, avere cura”.

Tra i punti sui quali Orlando promette battaglia anche l’atteggiamento che il governo centrale ha nei confronti della Isole:L’insularità penalizza Sicilia e Sardegna non soltanto geograficamente, ma perché sono abbandonate. Per quale motivo le ferrovie in Sicilia e le strade in Sardegna non sono adeguate alle esigenze? È invece inammissibile che si vada a costruire un irrealizzabile ponte sullo Stretto e nessuno si preoccupi del fatto che per andare in treno da Trapani a Messina serve più tempo che per andare da Roma a Milano. L’insularità non è soltanto una condizione geografica, ma anche un’emarginazione da parte del governo centrale che ha un atteggiamento che non esito a definire coloniale. Il ministro Lollobrigida in Senato ha dichiarato che per fortuna la siccità ha riguardato solo il Sud e la Sicilia. Basterebbe questo per tenere conto del fatto che c’è un atteggiamento alimentato da una classe dirigente che si accontenta di oboli e fa la prepotente in Sicilia e poi fa la serva a Roma”. Isole che dunque non devono essere dimenticate, ma che anzi “possono rappresentare – prosegue l’ex sindaco di Palermo – le porte di un’Europa che però deve tenere aperte tutte le porte. Non possono restare le uniche porte di ingresso. Le Isole sono realtà sicuramente accoglienti, ma non si può continuare con quell’assurdo accordo di Dublino per cui chi arriva deve restare nel Paese dove arriva. La Sicilia accoglie, la carta di Palermo nel 2015 ha detto con molta chiarezza che la mobilità umana internazionale è un diritto inalienabile”.

L’obiettivo, continua Orlando, è quello di “un’Europa di pace, perché è stata la culla in cui sono nati i diritti umani, un esempio straordinario di pace che ha superato le barriere dell’odio della seconda guerra mondiale. Un’Europa che abbia cura dell’ambiente, strettamente legato alla questione sociale e al rispetto della persona umana”. E a proposito di età, sottolinea la sua esperienza: “Mi porto dietro quelle relazioni che coltivo da sempre in campo politico e culturale oltre alla conoscenza di culture e lingue diverse da quella italiana. E tutta la concretezza della complessità e potenzialità di una realtà difficile e bellissima come Palermo. La predisposizione a essere strabico, per così dirla: con un occhio verso i problemi del mondo, e l’altro sulla vita quotidiana delle persone”.

L’Europa, dunque, deve essere in grado di garantire la pace ma anche di trainare i singoli Stati membri: L’UE deve stimolare gli Stati – spiega ancora Orlando – perché ce la facciano nelle singole questioni. Penso ad esempio all’agricoltura, mortificata da lobby finanziarie internazionali che condizionano e fanno crescere i costi di produzione e tengono bassi i prezzi di vendita dei prodotti. A farne le spese è l’agricoltore, che protesta nei confronti di un’Europa che deve essere spinta dalla politica, perché c’è il rischio che la struttura democratica di Bruxelles sia, come spesso accade, nelle mani di posizioni politiche assolutamente disattente, incompetenti e impreparate. Il rischio può aumentare se si crea una saldatura tra le strutture di Bruxelles e politiche sovraniste, intolleranti, che stanno attente ai dettagli per non affrontare i temi generali. Magari promettendo opere faraoniche, irrealizzabili, che servono a distrarre coloro che nel frattempo vedono privati i loro diritti”.

Se il momento in cui viviamo è particolarmente complesso e delicato, si dice che questa tornata elettorale sia ancora più importante di quelle passate: “Importante come non mai – sottolinea Orlando – perché l’Europa possa essere quella immaginata dai padri costituenti. Importante più che mai per il Mediterraneo, che è il riassunto di tutte le contraddizioni, dei pericoli di una corsa sfrenata agli armamenti e la subalternità a lobby finanziare ed egoismi economici”. Infine la chiosa: “Mi sono sentito in dovere di accettare una proposta chiara, coerente alla visione che ha caratterizzato non soltanto la mia vita, ma anche il cambiamento di tante realtà del nostro Mediterraneo che vive un momento delicato per il futuro dell’Europa. Non potevo lasciare a un polveroso ricordo del passato le straordinarie esperienze che nono sono mie, ma – conclude Orlando – di migliaia e migliaia di persone”.

Luca Di Noto

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