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La triste primavera di Villa Cavallotti, tra l’incuria del verde e i giochi vandalizzati

La primavera, notoriamente, è la stagione in cui si riprende a uscire di casa nelle giornate festive, sperando di godere di un clima mite e di respirare un po’ di aria all’aperto. Al di là delle gite fuori porta o delle scampagnate nelle villette private, cittadini, famiglie e turisti scelgono anche gli spazi pubblici, tra beni culturali e spazi aperti. Non sempre, però, tali aspettative vengono soddisfatte a Marsala dove, in particolare, per l’ennesima volta emerge la situazione poco decorosa in cui si trova Villa Cavallotti.

ingresso villa Cavallotti Marsala

Nella giornata del 1° Maggio il giardino storico della città è rimasto malinconicamente chiuso. Il cancello chiuso con il lucchetto, la prima fontana – in cui i bambini amano guardare le carpe bianche e rosse – quasi completamente coperta dalla vegetazione non curata. Costeggiando la Villa da viale Cesare Battisti si notano diversi rami per terra, dopo essere stati spezzati dal vento. E poi c’è la zona dei giochi, tanto amata dai bambini: una vecchia altalena è completamente rotta, uno dei giochi di più recente installazione si presenta in pessime condizioni, con alcune parti in plexiglass completamente frantumate che lo rendono potenzialmente pericoloso per i bambini, che rischierebbero di ferirsi attraversandolo.

Anche la parte visibile dello splendido bastione spagnolo che definisce il perimetro della Villa nella sua parte terminale presenta le sue criticità, tra la vegetazione incolta che fuoriesce dalla parete esterna e il pannello turistico illustrativo che risulta vandalizzato e quasi illeggibile.

Con ogni probabilità, in prossimità della stagione estiva il giardino storico tornerà in condizioni dignitose, con la riapertura della Terrazza Cavallotti al piano superiore, che da qualche anno a questa parte è diventato uno dei siti più frequentati delle calde serate marsalesi da giugno a settembre. Il problema è che, arrivato l’autunno, ricomincia puntualmente la smobilitazione e, di conseguenza, si ripropongono l’incuria e il degrado, nonostante gli appelli a più riprese lanciati dai cittadini e anche da alcuni consiglieri comunali. Eppure, appare evidente che un bene pubblico di un simile valore – storico e naturalistico – avrebbe tutte le carte in regola per essere vissuto da residenti e turisti dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno, esattamente come avviene in altre città, che attraverso una più puntuale manutenzione di ville e giardini (dall’Orto Botanico di Palermo in giù) hanno saputo ricucire il rapporto tra la cittadinanza e il verde pubblico.

Vincenzo Figlioli

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