Si è concluso l’intervento volto alla riforestazione della posidonia nello Stagnone di Marsala. È un primo progetto che, nella Riserva, sarà seguito dagli interventi previsti dal più complesso progetto “Rinasce” che, con il Comune, vede coinvolti il Libero Consorzio di Trapani gestore e il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare. Circa 400 mila euro il finanziamento regionale per questo intervento pilota di “trapianto sperimentale di posidonia oceanica”, al fine di testarne la fattibilità tecnica per una sua riproduzione su larga scala anche con il progetto. Dopo le indagini di mappatura per individuare le zone idonee al trapianto, i tecnici di Planetek Italia, E-Geos e Biosurvey, anche tramite immagini satellitari, hanno realizzato due impianti sperimentali: una tra Punta Palermo e Punta Stagnone, l’altra tra quest’ultima e Punta dell’Alga.
Sono stati trapiantati moduli portanti talee di posidonia, sulla scorta di quanto già realizzato nell’ambito di PON di ricerca/innovazione sia a Capo Feto che nel Golfo di Palermo. In particolare, l’impianto è stato realizzato impiegando un prodotto innovativo costituito da un modulo di ancoraggio biodegradabile. Un sistema a basso impatto ambientale utile per il fissaggio di organismi vegetali sul fondale marino, allo scopo di garantirne l’attecchimento e assecondarne il naturale sviluppo. Nello Stagnone, la posidonia oceanicasviluppa particolari formazioni che affiorano in superficie durante la bassa marea e che svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema lagunare, formando veri e propri “Monumenti Naturali”.
“L’obiettivo primario è dunque la riqualificazione e la valorizzazione della Riserva grazie alla riattivazione della circolazione idrica lagunare – sottolinea il sindaco Massimo Grillo -. Ciò migliorerà la salinità e l’ossigenazione delle acque, riducendo gli effetti negativi su flora e fauna ittica. E il prossimo intervento sarà prorpio quello di ripristinare alcuni canali della Bocca Nord e della zona settentrionale dell’Isola Lunga, al fine di migliorare la circolazione dell’acqua”. Il riferimento è alla seconda fase del progetto che ha già ottenuto il finanziamento di circa 1 milione e 150 mila euro (fondi PO FESR 2014/2020), finalizzato al recupero delle condizioni ambientali del bacino dello Stagnone e che include un sistema di sensori che ne monitorerà gli effetti, con contestuale analisi della qualità delle acque. Verrà anche realizzato un piano di comunicazione ed educazione ambientale a beneficio della conoscenza dell’area.