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L’omicidio di Pio La Torre: oggi il 42° anniversario. Solo per il 20% dei giovani la mafia può essere sconfitta

Ricorre oggi il 42° anniversario dall’omicidio di Pio La Torre, assassinato dalla mafia il 30 aprile del 1982 assieme a Rosario Di Salvo. Si rinnova l’appuntamento con la memoria di quella tragica giornata, nel ricordo di un dirigente simbolo dell’impegno antimafia della sinistra in Sicilia. La Torre fu sindacalista (con la Cgil) e politico (con il Pci): fu eletto all’Ars e al Parlamento Nazionale, dove fece parte della Commissione Nazionale Antimafia. La relazione di minoranza firmata da La Torre continua ad essere un punto di riferimento per l’azione di denuncia contro gli intrecci tra il mondo politico e le organizzazioni criminali, con particolare riferimento a figure come Giovanni Gioia, Salvo Lima e Vito Ciancimino. Nella parte finale della sua vita tornò a dirigere il Pci in Sicilia, battendosi contro l’installazione della base missilistica americana a Comiso e per aver presentato nel 1980 uno storico disegno di legge che prevedeva l’istituzione del reato di associazione mafiosa e il sequestro dei patrimoni mafiosi.

La legge fu approvata dopo la sua morte e denominata “Rognoni-La Torre”, in omaggio al suo primo proponente e al Ministro degli Interni che ne raccolse il testimone, completando l’iter legislativo.

Il Centro studi Pio La Torre anche quest’anno lo celebrerà dalle 9.30 alle 12.30 di martedì 30 aprile nell’aula magna “Margherita De Simone” del Dipartimento di Architettura Unipa.
Alla manifestazione parteciperanno anche Franco La Torre e Tiziana Di Salvo, i figli di Pio e Rosario, insieme alle rappresentanze istituzionali e politiche e agli studenti universitari e delle scuole che partecipano al progetto educativo antimafia, nel nome di Pio La Torre.

In tale progetto sono stati quest’anno coinvolti 1578 studenti dai 14 ai 21 anni. Nonostante i successi delle azioni di contrasto, soltanto il 20,6% dei giovani interpellati ha risposto in modo positivo alla domanda se la mafia possa essere sconfitta. Il 49,8% ritiene, invece, di no. Circa uno su tre dichiara di non avere un’opinione precisa in merito.
“Le domande che ci pongono i giovani, su come migliorare la lotta alle infiltrazioni mafiose e come colpire corruzione e clientelismo, non possono restare senza risposte chiare e convincenti”, dice Loredana Introini, presidente del Centro studi Pio La Torre.

“Dagli studenti – aggiunge Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro – arrivano segnali da non sottovalutare rispetto all’attuale crisi sociale, economica e politica che investe non solo i sistemi democratici, ma gli Stati dell’intero Pianeta, scosso da un veloce processo di trasformazioni tecnologiche, sociali, economiche e ambientali e minacciato da guerre locali che possono degenerare in guerra nucleare”.

redazione

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Tags: Pio La TorreRosario Di Salvo