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Caruso&Minini: le carte vincenti inclusione, sostenibilità e next generation. VIDEO

Inclusione sociale, riconoscimenti alla produzione e next generation: sono tante le novità che riguardano Caruso&Minini. L’azienda è stata fondata all’inizio degli anni 2000 da due imprenditori, Mario Minini e Stefano Caruso, oggi coadiuvato in azienda dalle figlie Giovanna e Rosanna e da altri membri della famiglia. “La nostra è una gestione prettamente familiare sempre attenta alla tipicità, a raccontare in giro per il mondo il nostro territorio puntando su vitigni legati a questa zona di produzione” – racconta Giovanna Caruso, che si occupa insieme al padre della direzione dell’azienda.

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Vitigni come Perricone, Inzolia, Grecanico, Grillo e Catarratto fanno dunque parte dell’identità dell’azienda che è anche l’unica produttrice in zona della DOC Delia Nivolelli. “È una piccola DOC legata al territorio marsalese che portiamo avanti per non perdere ciò che le nostre tradizioni e la nostra cultura ci hanno donato. Per darle il massimo rilievo abbiamo scelto di produrre un Syrah riserva, un top di gamma” – spiega Giovanna. Tanti i riconoscimenti che Caruso&Minini ha ricevuto nel tempo. Di recente il Frappo, rosato che, come suggerisce lo stesso nome, nasce da uve Frappato, ha ottenuto la medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles. Vino dallo stile giovane e beverino ma legato alle tradizioni, è risultando fra i pochi rosati italiani premiati.

All’impegno sul fronte della produzione si aggiunge quello sociale. Da Caruso & Minini sostenibilità è un concetto dalle molteplici sfaccettature: parte dalla campagna, con la conversione in bio dei vigneti, arriva in cantina, con una struttura in grado di rispondere da sola al 70% del proprio fabbisogno energetico e si amplia per diventare occasione d’inclusione. Caruso&Minini è infatti promotrice di un progetto realizzato in collaborazione con il Laboratorio Zanzara, cooperativa sociale torinese che punta all’’integrazione delle persone con disagio mentale. “Il progetto ha preso avvio con la visita in città del direttore artistico della onlus, Gianluca Cannizzo, a cui abbiamo mostrato i vigneti, la cantina e il territorio circostante. – spiega Giovanna – Tornato in sede, il direttore ha mostrato ai suoi ragazzi il materiale fotografico e video che aveva prodotto. È stata un’esplosione di idee e di colori, un momento davvero emozionante. Queste persone hanno mostrato un’enorme ricchezza spiritale e creativa e una capacità d’espressione fantastica. Abbiamo pertanto deciso di affidare loro il rinnovamento totale del nostro brand, dal logo alle etichette”.

Allo scorso Vinitaly sono state presentate le prime realizzazioni, mentre quest’anno sarà la volta dei quattro bio e dell’orange. “Avranno una veste nuova, allegra e frizzante, ma anche sostenibile. Per noi questa è una marcia in più” – sottolinea Giovanna. Le sorelle Caruso fanno parte della nuova generazione di imprenditori che sta cambiando il volto e il racconto della Sicilia enologica. “Crediamo molto nel passaggio generazionale, vogliamo farne un punto di forza” – spiega Giovanna che è tra i protagonisti del progetto “Next generation” che verrà presentato al Vinitaly e che, attraverso la rete di Assovini, coinvolge i diversi giovani impegnati oggi nelle tante aziende vitivinicole siciliane.

Antonella Genna

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